Zanetti: «Inter, a Kiev è nato il triplete»

Il vicepresidente nerazzurro: «Questa squadra deve riscoprire il gusto della vittoria seguendo l’esempio di chi è arrivato in cima al mondo»
MILANO - «Prima della partita, José ha attaccato ai muri dello spogliatoio la classifica del girone senza avere nemmeno il bisogno di dirci a: bastava guardarla, per rendersi conto che eravamo quasi fuori e che quella sarebbe stata la partita della vita». L’Inter torna a Kiev e la mente di Javier Zanetti vola a quella freddissima serata di inizio novembre (era il 4, un mercoledì) del 2009 quando, battendo 2-1 in rimonta la Dinamo di Andriy Shevchenko - autore del gol iniziale -, venne messo il primo seme sulla strada per il Triplete. Fu un miracolo, calcisticamente parlando, nato nell’intervallo quando l’Inter, sotto di un gol e in confusione totale al cospetto della velocità degli ucraini, era a un passo dal fallimento: «Nel primo tempo, non funzionava niente e avevamo fatto una fatica terribile - ricorda Zanetti, oggi vicepresidente, che stamani salirà sull’aereo per l’Ucraina con i suoi "nipotini" calcistici - e Mourinho, senza perdere un attimo ci disse "Siamo fuori: ora rischio il tutto per tutto". Tolse Cambiasso e Chivu per mettere Thiago Motta e Balotelli poi, a dieci minuti dalla fine, mise pure Muntari per Samuel e mi disse di fare il centrale, visto che in campo era rimasto un unico difensore, ovvero Lucio».

Il mondo si capovolse a sei minuti dalla fine col pareggio di Milito e, prima del gong, con il gol-apoteosi di Sneijder che fece decollare l’Inter addirittura al primo posto del girone, poi passato alle spalle del Barça: «Non so se Moratti avrebbe esonerato Mourinho se non avessimo passato il girone, certo è che quella notte ci siamo resi conto che a sarebbe stato impossibile per quella Inter. Però, già nella stagione precedente, era scattato qualcosa dopo l’eliminazione con il Manchester a Old Trafford quando Mourinho andò da Moratti e gli disse “Ha visto, l’atteggiamento è cambiato: mi dia i giocatori giusti e vinceremo anche in Europa". E così è stato. Però, senza quella rimonta a Kiev non ci sarebbe stato futuro e, oltre alla Champions, ci saremmo giocati pure il prestigio «Ci giocavamo tutto e la rimonta con la Dinamo fu il primo segnale: capimmo che avremmo potuto fare qualcosa di importante» «Inter mia, a Kiev è nato il Triplete».

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