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MILANO - Il day after nerazzurro dopo il no di Yaya Touré è sospeso tra rabbia, delusione e speranze. Questo perché all'Inter, dopo lunghi mesi di corteggiamento serrato, tutti speravano che l'ivoriano quanto meno provasse a forzare un po' la situazione dopo il no del City. Invece non l'ha fatto e, nonostante Roberto Mancini, da inguaribile ottimista qual è, ci speri ancora in un ripensamento del giocatore, risulta difficile che questo avvenga considerata la lunga confessione di Dimitri Seluk al Sun dove l'agente è stato assolutamente cristallino nei concetti espressi: «Ringraziamo l'Inter: sono stati molto gentili perché tanto Mancini, quanto il presidente Thohir volevano davvero Yaya e hanno fatto di tutto per ingaggiarlo. L'Inter ha fatto tutto correttamente e vogliamo ringraziarli per l'offerta che ci hanno fatto, un'offerta che dimostrava quanto volessero Touré e quanto lo ritenessero importante per rinforzare la loro squadra. Ma la situazione è questa».
IL PIANO B - Il piano B Ieri i dirigenti hanno nuovamente fatto il punto della situazione con Mancini. Il tecnico, come spiegato più volte, è convinto che sia necessario puntellare la squadra con campioni che rappresentino certezze da cui ripartire e che riescano ad alzare il livello medio della squadra trascinando chi, in questa stagione, ha mostrato evidenti problemi di personalità. Touré, in tal senso, sarebbe stato l'ideale. Con lui, Mancini ha indicato Cech e Pedro, tutti assidui frequentatori della Champions e giocatori abituati a convivere con le pressioni che sono pane quotidiano all'Inter. Il piano B è altrettanto ambizioso e, oltre a Pedro, comprende pure tre attaccanti che, per caratteristiche, possono ricordare Dybala, ovvero Fekir (il preferito), ma pure Firmino e Aubameyang (Pato è stato offerto, ma non entusiasma).
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Stefano Pasquino - Federico Masini