Bergomi: «Inter a livello Juve. Melo come Simeone» 

«Mancini ha idee molto chiare e le prime due giornate lo hanno dimostrato: i tre davanti devono fare gol, gli altri servono per proteggerli»
Bergomi: «Inter a livello Juve. Melo come Simeone» 

MILANO - Beppe Bergomi approva l'arrivo di Felipe Melo ed è convinto che l'acquisto del brasiliano abbia eliminato il gap che separava l'Inter da Juve e Roma. Secondo l'ex capitano nerazzurro, ora opinionista Sky, Mancini ha ottenuto quello che voleva per puntare in alto con i suoi giocatori. Bergomi, l'Inter adesso dà l'idea di avere trovato il suo leader.

E' d'accordo? «Per le caratteristiche di leadership bisognerebbe capire come il brasiliano si muoverà nello spogliatoio. Di sicuro Mancini ha avuto quello che voleva sul campo. Roberto cercava centimetri, chili e personalità in mezzo. Felipe Melo gli garantisce tutto questo».

A questo punto l'Inter è al livello delle squadre di prima fascia in Italia? «Sì, penso che dopo gli acquisti dell'ultimo giorno di mercato, in particolare quello di Felipe Melo, l'Inter abbia raggiunto la forza delle rose di Roma e Juventus».

Melo ha impressionato anche per il carisma messo in mostra durante la sua presentazione. Idee chiare, ogni frase una sentenza. «Anche questa è una caratteristica importante. Ripeto che però per queste cose bisogna trovarsi nello spogliatoio. Solo lì puoi capire quali sono le dinamiche reali di un gruppo. C'erano giocatori che da fuori sembravano leader e invece non sapevano nemmeno una parola d'italiano. Se penso a gente che parlava chiaro con cui mi è capitato di giocare, mi vengono in mente Matthaeus e Simeone. Loro erano due leader. Lothar era uno che diceva: "Oggi vinciamo con un mio gol". E finiva puntualmente così: lui segnava e noi portavamo a casa la partita. Il Cholo era un altro trascinatore. Ci ha messo qualche mese a capire il calcio italiano, ma poi è diventato un faro».

L'ex brasiliano del Galatasaray potrebbe diventare un nuovo idolo dei tifosi per la grinta che mette in campo? «Da quel punto di vista c'era già Medel. Un altro lottatore che non molla mai un pallone. No, l'Inter non aveva bisogno di questo. Serviva un giocatore con le caratteristiche chieste da Mancini davanti alla difesa».

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