Icardi: «Sì, insultatemi. Sono un guerriero»

L'attaccante parla della Samp: «E’ una partita speciale, ma di Genova mi manca soltanto il mare. Grazie Mancio…»
Inter, Icardi: festa con Wanda per il bomber 

MILANO - Due gol, uno inutile nell'1-4 contro la Fiorentina, e un infortunio che gli ha fatto perdere, di fatto, due partite. L'inizio di stagione di Mauro Icardi non è stato di quelli da ricordare, più per sfortuna e demeriti di altri (il gioco dell'Inter non gli ha fatto pervenire molti palloni giocabili) che per colpe sue. Ma l'avvio del '15-16 per Maurito ha avuto un significato più profondo visto che Roberto Mancini gli ha consegnato la fascia di capitano facendolo diventare ancora di più il volto della sua Inter. Un'Inter che Icardi vuole riportare al successo già da domenica quando alle 15 sarà di scena a Marassi contro la "sua" Sampdoria.

LA FASCIA NON PESA - Icardi ieri sera ha parlato lungamente a Inter Channel rispondendo alle domande dei tifosi nerazzurri, concetti semplici, ma importanti, così come quelli espressi a El Grafico, rivista argentina che lo ha immortalato in copertina in posa da guerriero: «Il destino non è questione di fortuna, ma di scelte - ha raccontato Icardi -. Ogni volta che devo prendere una decisone non mi preoccupo della fama che potrei avere, dei nemici che mi si possono presentare, dei soldi che potrei guadagnare o dei seguaci che potrei perdere. Quando affronto una decisione, penso solo alle cose importanti per me. L'unica cosa che mi importa è essere capace di lottare, perché questo è quello che sento e questo è quello che sono: un guerriero. Chi dice che ho violato dei codici di comportamento con un compagno (riferimento alla vicenda Wanda Nara e l'ex Maxi Lopez, ndr), non sa la realtà: le mie priorità nella vita sono diverse dai commenti degli ignoranti che non mi conoscono». Parole da leader e forse anche per questo Mancini e la società hanno deciso di affidargli la fascia che fu di Zanetti: «Quando sono arrivato all'Inter, sognavo i gol, ma non mi aspettavo di diventare capitano - ha aggiunto il centravanti argentino -. Esserlo mi dà soddisfazione, mi piace guidare il gruppo ed essere un riferimento, anche se mi sentivo già prima un trascinatore: è un passo importante nella mia carriera. A Zanetti non ho chiesto nulla sull'essere capitano, ma so che se avrò bisogno potrò chiedergli consigli: comunque sono freddo in campo, non soffro la pressione di questo grado. Restare per sempre all'Inter come Zanetti? Dico sempre che sono qua all'Inter per una mia scelta, sono contento e spero di rimanere a lungo».

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