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APPIANO GENTILE (COMO) - All’inferno e ritorno. Jonathan Biabiany un anno fa di questi tempi pensava di aver chiuso con il calcio, invece oggi è un giocatore dell’Inter che, come i compagni, prima di ogni partita può aspirare a una maglia da titolare. «Sono cresciuto qui e, alla fine, sono tornato a casa - le parole del francese - ho trovato un bel gruppo e tanta gente che mi vuole bene. Quanto è successo a Parma paradossalmente è stato un po’ meglio per me perché si sono spenti i riflettori sul mio problema, certo che fa male vederli così in basso. Ho anche pensato di dover smettere: avessi smesso la vita sarebbe andata comunque avanti. Lichtsteiner? Gli faccio gli auguri di potersi riprendere prima possibile: in questi momenti ci vuole solo riposo e pazienza. Io, per esempio, quando sono arrivato sapevo che dovevo essere paziente perché avevo un protocollo da seguire: non pensavo di tornare così presto e sono a disposizione. Nel 3-4-3 posso fare tutta la fascia: l’ho già fatto col Parma quando giocavamo nel 3-5-2: non ho problemi a giocare dove mi mettono. Anche a Parma per necessità ho fatto anche il terzino per la difesa a 4, non mi spiace quel ruolo perché posso attaccare e non mi sento bloccato. Quello che è successo mi ha aiutato a essere paziente e mi ha reso più forte grazie anche alla famiglia che mi è rimasta sempre vicino».
SU MANCINI - Il discorso scivola poi sul rapporto con Mancini: «Mi parla molto, sa che sono qui per dare una mano, e mi dice di tenermi pronto. Il ko con la Fiorentina? E’ andata male ma abbiamo perso soltanto tre punti. E’ presto dopo sei giornate per pensare di volare alti o volare bassi, mancano ancora troppe partite». A Genova Biabiany ritroverà Cassano: «Ho conosciuto un’altra persona rispetto a quella di cui si parla. Ha passato dei periodi di incazzatura, ma si è sempre comportato bene. L’sms più carino dopo il match col Verona? Quello di mia moglie, mi ha scritto un libro...».