© EFE
MILANO - È Sofiane Feghouli il primo nome nella testa di Roberto Mancini per completare quel 4-2-3-1 che dovrebbe essere approdo finale della sua rivoluzione. L’esterno francoalgerino del Valencia è giocatore alquanto apprezzato dall’allenatore e dai suoi collaboratori, è nel pieno della maturità (il 26 dicembre compirà 26 anni) e, il che non guasta, ha pure il contratto in scadenza a giugno. Il che è l’ideale per affrontare una trattativa a costi sostenibili per i bilanci nerazzurri. La trattativa per il rinnovo tra il franco-algerino e il Valencia è infatti in una fase di stallo da un mesetto: Feghouli, a suo tempo, aveva dichiarato di voler rinnovare però, vista la piega che hanno preso gli eventi, i colloqui hanno subìto un rallentamento: dall’entourage dell’esterno è arrivata la richiesta di alzare l’ingaggio attuale (1,5 milioni, bonus inclusi) fino a 2,5, il club invece non vuole andare al di là dei 2 milioni.
Le parti si ritroveranno per parlare ma questo - per evidenti motivi - è il momento giusto per uscire allo scoperto da parte dell’Inter che a quelle cifre può arrivare in tutta comodità. Anche perché a Mancini serve come il pane un altro esterno avendo, nel ruolo, Biabiany (reduce però da un anno di inattività), Palacio (che, per ovvii motivi, il meglio l’ha dato e che fatica a sgobbare sulla fascia) e Ljajic che invece, per caratteristiche, è più utile come alter-ego di Jovetic alle spalle di Icardi. Un’esigenza che sarà ancor più forte quest’estate quando, con tutta probabilità, Palacio saluterà l’Inter per tornare in Argentina (lo ha blandito il Boca Juniors): l’ideale, per una società che ha fatto della programmazione un dogma, sarebbe anticipare l’acquisto dell’erede del Trenza a gennaio, iniziando così a puntellare la squadra in ottica Champions. E Feghouli, come constatato da Mancini, è un giocatore da grande squadra.