Ciclone Thohir: «Inter per la storia»

«Mancini resterà a lungo: lui non lascia un progetto a metà. E con Moratti...»

Presidente Erick Thohir, sabato l’Inter ha battuto la Roma ed è tornata in testa alla classifica: lo scudetto resta un sogno o è un obiettivo?

«Noi abbiamo un progetto studiato su quattro-cinque anni e in primo luogo vogliamo tornare in Champions. Le ultime due stagioni sono state “up and down”, così così, ma il nostro obiettivo era l'Europa League. Quest'anno vogliamo a tutti i costi tornare in Champions. Mancini e i giocatori ne sono consapevoli e si stanno impegnando per questo. Nelle prime 11 giornate abbiamo fatto bene, soprattutto se guardiamo ai punti raccolti. Ma per lo scudetto mancano ancora 27 partite...».

Il 15 novembre festeggerà due anni da proprietario del club. Qual è il suo bilancio?

«Due anni fa avevamo dei sogni e ci siamo posti degli obiettivi, ma questo anniversario è uno dei momenti più belli per me all'Inter: prima di tutto perché sia dal punto di vista sportivo che del management stiamo finalmente vedendo dei risultati importanti. Il fatturato è cresciuto di oltre il 10% ed è la prima volta che siamo, di poco, in positivo. Sotto l'aspetto commerciale abbiamo fatto meglio delle previsioni, con la vendita dei biglietti abbiamo battuto il record d'incasso di serie A per due volte contro il Milan e Juventus».

Come procede la trattativa con Pirelli?

«Loro sono nostri partner da tanto tempo e la nostra intenzione è di rimanere con loro e credo che anche Pirelli voglia continuare insieme a noi. Abbiamo ancora un anno di contratto, non è che scade il prossimo mese, c'è ancora tempo. Vorremmo continuare insieme a loro perché sono un grande partner e poi, quanti club nel mondo possono dire che il presidente dello sponsor principale è anche un grande tifoso della squadra?».

Un sms per i tifosi?

«Ricordate quando dissi: "Io non sono Superman?". Questa volta dico ai tifosi che la dirigenza è impegnata nel progetto, Mancini è impegnato nel progetto e Moratti è impegnato nel progetto: questo è il motivo per il quale le cose stanno funzionando in questo momento. Questo per ora non è il risultato finale, ma abbiamo visto che stiamo andando nella giusta direzione. Non sarà facile raggiungere l'obiettivo di andare in Champions, ma ci crediamo fortemente. Stiamo costruendo qualcosa, abbiamo portato in società i migliori professionisti per determinati ruoli. E non sono d'accordo con chi punta il dito sul fatto che ci sono molto stranieri: bisogna portare la gente migliore, indipendentemente dalla loro provenienza».

Lunedì ha pranzato con Moratti: le ha ribadito la volontà di lasciare l'Inter?

«È divertente, perché quando vengo a Milano tutti mi chiedono perché mangiamo sempre insieme. Semplice, perché è un mio socio e non possiamo solo sentirci al telefono. Comunque Massimo e il sottoscritto condividiamo la stessa visione delle cose: vogliamo fare di tutto perché l'Inter torni a essere tra i 10 club più importanti al mondo. Il modo di dirigere la società rimane lo stesso, anche se è diverso. Ci rispettiamo molto e quando ci incontriamo, ci scambiamo le nostre idee. Non parliamo di comprare o di vendere; lui ha il diritto di dire quello che ha detto, ma questo non significa che venderà. La cosa più importante è che noi rispettiamo la nostra partnership e che siamo convinti del progetto che stiamo portando avanti insieme».

Un progetto che vede Mancini in prima linea.

«Quando scelgo di lavorare con qualcuno, di solito lo faccio per la lista di risultati che ha ottenuto. Roberto ha ottenuto degli ottimi risultati e per questo lo abbiamo scelto. La seconda cosa che mi piace molto di lui è la sua capacità di essere leader, ha carattere ed è anche molto intelligente. All'inizio non è stato facile per lui nel periodo di transizione, ma ora siamo molto contenti dei risultati, di come sta guidando la squadra e di come la gestisce perché non è semplice avendo inseriti molti nuovi giocatori».

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