Mancini: «Inter, l'esempio è Messi»

«Un giocatore che fa due gol a partita, sul 5-0 con la Roma ha rincorso un avversario per cinquanta metri facendosi ammonire: questa è la mentalità che devono avere i giocatori»

APPIANO GENTILE - Big match con vista scudetto. Una partita, quella di Napoli, che per l’Inter suona come esame di maturità. «In queste partite bisogna mettere tutto quello che uno ha, bisogna essere raccolti quando si difende e ripartire per fare gol. Noi siamo davanti, siamo primi in classifica e questo credo sia molto importante. Napoli, Roma e Juve sono le squadre più attrezzate per vincere e credo sia così alla fine: noi andiamo a giocarci il primo scontro diretto fuori casa ed è un test importante, vincerlo ci darebbe una forza enorme. Però non cambierà molto anche qualora dovessimo vincere: siamo soltanto alla quattordicesima giornata: la stagione sarà lunga, faticosa e arriveranno pure i momenti difficili. Stavolta però non vi posso neanche dare quattro nomi: mancano più di 24 ore è giusto che tutti siano pronti fino all’ultimo a giocare». A differenza di Sarri, Mancini cambia spesso formazione: «Le rose sono fatte di 23-24 giocatori e, a meno che non hai undici fenomeni, è giusto ruotarli e fare in modo che tutti siano pronti. Può essere un vantaggio sapere che Sarri ha una formazione tipo ma sappiamo pure che il Napoli è una grande squadra con Higuain che è quel giocatore che dà qualcosa in più alla squadra. Cambio spesso formazione? Non è che undici si allenano qua e undici a Brescia».

HIGUAIN-ICARDI Il discorso inevitabilmente poi cade sul paragone tra i due argentini: «Il centravanti del Napoli ha quasi dieci anni in più, è difficile fare un paragone tra i due: uno ha già fatto la sua carriera, l’altro deve ancora percorrerla la strada. Mauro potrà fare anche i suoi errori ma, alla fine, i suoi gol li farà. Se giocherà o meno? Il mestiere di un allenatore è quello di scegliere, ma deve altresì decidere quale sia la squadra migliore per affrontare una partita». L’esempio da seguire, per gli interisti, è... Da Pallone d’Oro: «Messi, un giocatore che fa due gol a partita, sul 5-0 con la Roma ha rincorso un avversario per cinquanta metri facendosi ammonire: questa è la mentalità che devono avere i giocatori. Nelle squadre che vincono i giocatori aiutano, corrono e difendono. Noi abbiamo battuto la Roma perché abbiamo avuto Brozovic, Ljajic e Perisic che pressavano. Altrimenti non l’avremmo mai vinta quella partita. Non c’è correlazione tra il fatto che corrano tanto e segnino poco: noi le occasioni le abbiamo avute e normalmente gli attaccanti che lavorano fanno pure gol».

 

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