TORINO – Uno, seppur con una manciata di presenze, ha messo in bacheca Serie A, Coppa Italia e Champions League nello stesso anno mentre l’altro, sbarcato a Malpensa a inizio 2015 tra il delirio dei tifosi, non è riuscito a mantenere le aspettative finendo per essere relegato ai margini della rosa di Mancini. Oggi Marko Arnautovic e Xherdan Shaqiri sono compagni di squadra allo Stoke, i momenti interisti fanno ormai parte del passato. La mirabolante vittoria esterna dei Potters ai danni dell’Everton ha voluto che entrambi fossero protagonisti: lo svizzero con una doppietta – prime reti in Premier League -, l’austriaco con il rigore decisivo allo scadere. I due avevano già rubato le copertine dei tabloid lo scorso 5 dicembre, quando confezionarono il successo contro il Manchester City: allora le firme furono di Arnautovic, splendidamente coadiuvato dai sapienti assist del folletto. Il notevole piazzamento non è più un miraggio, la zona Europa League è dietro l’angolo, a soli due punti. Sorvoliamo sul primo, all’epoca ancora troppo giovane per ricevere un giudizio definitivo e – al di là di tutto – non ha poi ampiamente dimostrato grandissime qualità, riflettiamo sul secondo. Sei mesi vissuti da comparsa bastano realmente per essere scaricato da una società? Oltretutto si parla di un giocatore che, nel tempo, ha giustificato sul campo un così frizzante talento…