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APPIANO GENTILE - Dopo un girone d’andata a fare da preda, l’Inter ripartirà - ma come cacciatore - nel ritorno da Bergamo, stadio Atleti Azzurri d’Italia, dove Roberto Mancini ha centrato (22 settembre 2004) la prima vittoria in campionato sulla panchina nerazzura. «Con l’Atalanta vorrei vedere la stessa grinta mostrata col Sassuolo, cambiando ovviamente il risultato - attacca il Mancio - all’Inter resta un ottimo girone d’andata e, se ne saremo capaci, dovremo migliorare nel ritorno. Non si sta in testa per caso in 16 partite su 19, lo dicevo anche quando era a -9 che la Juve sarebbe rientrata perché è la squadra più forte. Noi dovremo essere bravi ad avere la stessa concentrazione avuta nel girone d’andata».
Tra i problemi da risolvere, la convivenza tra Icardi e Jovetic: «Jovetic è arrivato in una squadra che ha storia, un passato molto grande, è una squadra top al mondo e chi viene qui deve venire per vincere e fare il massimo. Giocatori delle sue qualità a volte si accontentano, invece deve dare di più. Lui e Mauro sono due centravanti ma hanno caratteristiche diverse: ci aspettiamo di più, questo è certo. Magari scatta la scintilla: noi dobbiamo iniziare a fare più gol, altrimenti la partita può cambiare direzione». Discorso simile per Kondogbia: «E’ solo questione di tempo, lui diventerà un grande centrocampista. Anche Platini nei primi 6/7 mesi non ha preso una palla. Noi stiamo ritrovando la condizione e anche la squadra, nelle prossime partite, resterà più compatta». Thohir ha confermato Mancini pure la prossima stagione, quando però il contratto dell’allenatore andrà in scadenza: «Il nostro pensiero non deve essere il mio rinnnovo, ma fare il massimo quest’anno. Il resto lascia il tempo che trova». Silenzio stampa sul mercato: «Gennaio è un mese un po’ fastidioso per questo motivo. Noi speriamo che Guarin rimanga. Soriano? E’ bravo. Lavezzi? Per quale motivo dovrebbe lasciare il Psg dove sta vincendo un altro campionato? Magari quest’estate». Postilla con messaggio alla società: «Dobbiamo iniziare a intervenire sui campi di allenamento perché non sono un granché».