Inter, Mancini vede viola ma c'è il mental coach

Il Mancio per la prima volta a Firenze nella sua seconda vita da interista. Alla Pinetina una nuova figura per "allenare" pure la mente
Inter, Mancini vede viola ma c'è il mental coach© LaPresse/Spada

MILANO - Roberto Mancini torna a Firenze. Ad accoglierlo, non ci saranno certo mazzi di rose. Questo nonostante il Mancio resti l’ultimo allenatore che ha alzato un trofeo al Franchi, la Coppa Italia 2001. Preistoria. L’attualità riporta la mente al tentato golpe orchestrato su input dell’allenatore per Salah (con tanto di minaccia da parte dei Della Valle di adire a vie legali), ma pure alla storiaccia legata a un presunto insulto omofobo che l’allenatore avrebbe rivolto a un giornalista proprio negli anni di Firenze. Il caso, per fortuna, si è presto sgonfiato ma quel che è certo è che parte della tifoseria viola osteggia apertamente l’allenatore, mentre la stragrande maggioranza - di certo - non lo applaudirà. Mancini se n’è fatto una ragione in tutti questi anni. Tra l’altro proprio al Franchi è legata una delle partite più memorabili della sua prima vita in nerazzurro, quella vittoria per 3-2 (9 settembre 2006, doppietta di Cambiasso e gol di Ibrahimovic) che fu omaggio alla scomparsa di Giacinto Facchetti. Un successo, tra l’altro, che avrebbe fatto da preludio allo scudetto dei record post Calciopoli.

PRIMA SALAH, POI KALINIC - Mancini per uno strano scherzo del destino, da quando è tornato all’Inter, non ha ancora messo piede in panchina al Franchi. A Firenze è andato, ma si è seduto in tribuna, per vedere all’opera Vida nel match di Europa League tra i viola e la Dynamo Kiev: un esame che il croato non ha superato, visto che da allora è scomparso dai radar nerazzurri. In compenso la Fiorentina ha regalato, prima con Montella, quindi con Paulo Sousa, soltanto brutte serate al Mancio: un campionato fa era stato proprio Salah a decidere la gara di San Siro, in questa stagione la viola è andata addirittura in goleada con Kalinic (tripletta) mattatore: ma quella fu una partita tutta sbagliata, con Handanovic goffo protagonista di un paio di papere e Miranda espulso. 

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La squadra, in un lunghissimo gennaio avaro di soddisfazioni, si è dimostrata fragile anche sotto il profilo mentale. Per questo motivo da qualche settimana si sarebbero intensificate le visite di un mental coach che sin dall’estate era stato convocato su raccomandazione di Mancini per dare un supporto pure motivazionale alla squadra. D’altronde, oltre al corpo, si può allenare pure la mente.

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