MILANO - Nonostante la sconfitta contro la Roma, Stefano Pioli non è certo un “dead man walking”. Al di là di un contratto firmato fino al giugno 2018 (quello, come insegna il calcio, è il meno) restano intatte le chance di conquistare la Champions e, quindi, garantirsi la possibilità di giocarsi una stagione non partendo ad handicap. Di riflesso, l’idea di affidare l’Inter a uno tra Antonio Conte e Diego Pablo Simeone è affascinante ma pure un’assicurazione di successo. Toccherà a Suning valutare la strada migliore da percorrere avendo Zhang Jindong la consapevolezza che consegnerà al prescelto un organico da scudetto: la gara con la Roma ha certificato sì una superiorità dei giallorossi, ma ha pure dimostrato che, inserendo nell’ingranaggio tre-quattro rinforzi top (Manolas, Ricardo Rodriguez e due tra Bernardeschi, Berardi e James), il gap potrà essere azzerato. Come dimostra la parabola di Montella in rossonero e quella di... De Boer in nerazzurro, sarà però fondamentale scegliere l’allenatore giusto per il progetto che si vuole intraprendere.
PIOLI, CORSA PER L'EUROPA: "INTER POCO CONCRETA, ORA 12 FINALI"
CONTE - In tal senso, nessuno meglio di Antonio Conte può essere il candidato ideale, come dimostra la sua parabola prima alla Juventus, quindi al Chelsea. L’ex commissario tecnico sarebbe spinto dalla rivincita nei confronti di chi, negli anni in Nazionale, non aveva certo reso semplice il suo lavoro (Andrea Agnelli, sempre fiero oppositore dei suoi stage) e planerebbe a Milano dopo due fortunate esperienze - in Azzurro e in Premier - che dovrebbero scongiurare le controindicazioni che hanno reso fallimentare la breve parabola di Marcello Lippi in nerazzurro sotto la presidenza Morati. Discorso simile per Simeone: d’altronde l’Inter ha conquistato il Triplete con un allenatore, José Mourinho, portatore di principi simili al “Cholismo”. Quelle legate a Conte e Simeone sono però (al momento) solo ipotesi allo studio. In panchina c’è Pioli ed è giusto che si giochi fino in fondo le sue chance.