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MILANO - «Pensavamo che Vecino avesse qualcosa in più rispetto agli altri giocatori che stavamo osservando sotto il profilo della personalità ma, se non ci fosse stata la clausola rescissoria, la Fiorentina non lo avrebbe mai venduto. A Firenze era un buon giocatore e sono convinto che, dopo l’Inter, sarà un top player». Nel ripercorrere la parabola dell’estate nerazzurra, a Piero Ausilio - durante il Forum con Tuttosport - brillavano gli occhi mentre parlava della trattativa che ha portato Vecino a Milano. D’altronde quando Spalletti (che già voleva l’uruguaiano a Roma) ha chiesto di prenderlo, Ausilio si è trovato subito in sintonia con Walter Sabatini sull’operazione. La prova provata del fatto che la Fiorentina mai avrebbe venduto Vecino, sta nei ripetuti no di Corvino all’opportunità di includere nell’affare delle contropartite, invece alla fine Suning ha deciso di avallare le richieste arrivate dall’area tecnica e ha dato il placet per sborsare i 24 milioni della clausola (pagabili in due rate da 12). Ed è stato un affare: Spalletti - a cui servono come il pane gol pure dai centrocampisti - punta a farne un Hamsik in salsa nerazzurra per la capacità da parte di Vecino di spaccare le partite con le sue folate: non a caso l’interista è il secondo centrocampista Doc del campionato per conclusioni (21) alle spalle di Marekiaro (30), stesso discorso per i tiri nello specchio in cui Vecino c’è sempre alle spalle di Hamsik (16 a 12).