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MILANO - Nelle disquisizioni seguite alla stiracchiata vittoria sull’Udinese, Maurizio Sarri ha detto la sua pure sul campionato dell’Inter: «È una squadra forte, una società forte, ha il vantaggio di fare sette giorni d’allenamento tra una gara e l’altra, cosa che non fa nessuno tra le prime in classifica. Giocare una volta e non ogni tre giorni è un altro sport... la Champions toglie a livello mentale, ti spreme. Dopo la Champions hai un down naturale ed è difficile ricaricarsi totalmente». Detto che Manchester City, Barcellona, Bayern Monaco e Psg sono prime nei rispettivi campionati e, a differenza del Napoli, certe di approdare agli ottavi, va sottolineato come a metà settembre - prima della partita col Crotone - Luciano Spalletti aveva preventivamente provveduto a confutare questa semplicistica teoria: «Il fatto di non avere le Coppe può essere un vantaggio ma anche una difficoltà perché i giocatori che restano fuori vogliono far vedere le loro qualità e non hanno le partite per farlo».
D’altronde tra le incognite principali che presenta la gara col Chievo è come reagirà alla prima da titolare Ranocchia che finora ha giocato appena cinque minuti. L’Inter poi, non avendo impegni extra campionato (a eccezione della Coppa Italia, of course) ha scelto di tenere una rosa snella, come prova la decisione di non prendere altri centrali avendo a disposizione, oltre all’ex capitano, Skriniar, Miranda, l’adattato D’Ambrosio e Vanheusden (che però in Primavera si è rotto il crociato). Il Napoli, al contrario, ha una rosa molto profonda, adatta a giocare più competizioni ma ha pure un allenatore storicamente allergico al turnover che forse per questo farebbe volentieri a cambio con Spalletti.