Toldo, frecciata a Buffon: «Numero 1, ma prima il calcio non era leale...»

L'ex portiere dell'Inter, intervistato da ONSport, commenta il paragone con Buffon: «Gigi è un grande portiere ma anche io in quegli anni...»
Toldo, frecciata a Buffon: «Numero 1, ma prima il calcio non era leale...»© Inter via Getty Images

TORINO - Francesco Toldo, uno dei migliori portieri della propria generazione, torna a parlare della sua storia calcistica. L'ex portiere, tra le altre di Inter e Fiorentina, si racconta ai microfoni dell'emittente tv egiziana ONSport: «Le coincidenze mi hanno portato, quasi senza accorgermene ma tra grandi sacrifici tra scuola e calcio, ad arrivare a palcoscenici importanti e ad essere me stesso, offrire allo sport quello che sono. A livello di esordienti e giovanissimi, allievi, puoi intravedere qualcosa ma l’importante è che il ragazzo studi. Mio padre ha fatto 20 anni il benzinaio e 20 il tabaccaio. Io ho iniziato l’alternanza scuola-lavoro perché ho fatto l’alberghiero e davo una mano. Avrei seguito le orme di mio padre, avrei fatto anch'io il tabaccaio. Ma c’era l’opportunità del calcio e volevo proseguire. I miei genitori hanno avuto l’intelligenza di lasciarmi andare, quello che farei ai miei figli adesso. Ho imparato come si deve stare in mezzo al campo, emulando grandi campioni e cercando di carpire da loro qualche segreto. Allora mi ricordo che mi nascondevo dietro la porta di Galli, Pazzagli e Antonioli. Quando Sacchi divenne allenatore dell’Italia, lui portò il proprio gioco nella Nazionale. Il portiere aveva la regola di stare avanti e anticipare i filtranti degli attaccanti e uscire di piede, all’epoca non erano queste le doti di un portiere e lui me l'ha insegnato».

INTER - Non poteva mancare una battuta sulla sua ex squadra: quella nerazzurra dove ha collezionato 148 presenze. «L’Inter - continua Toldo - non ha rivoluzionato sul mercato estivo, perché si partiva già da una base medio-alta. Era giusto inserire i giocatori richiesti dal tecnico. Ciò dimostra serietà da parte della società. L’Inter deve lottare, poi i risultati si vedranno alla fine ma con lo spirito che c’è siamo tutti soddisfatti, perché si vede un ambiente quadrato, dove c’è stima dei giocatori e della società e l'entusiasmo dei tifosi. Si sta creando una bella sinergia. Mercato di gennaio? Sta al tecnico indicare i suoi punti e alla società andarli a prendere, ma non si rimarrà fermi. L’ambiente è aiutato dai risultati, ovviamente, però vedo che tra i ragazzi c’è armonia. Viene riconosciuto il ruolo di leader a Luciano Spalletti e ci sta».

BUFFON - L'intervista si conclude con il paragone con Buffon. E qui Toldo lancia una frecciatina senza, però, alcuna polemica: «Il calcio in quei periodi non era leale, non era governato in modo lecito e chiudo la parentesi senza polemica. Il calcio deve essere meritocratico, devono giocare i più forti. Buffon è un grande portiere, il numero uno dei numeri uno. Ma anche io in quegli anni…».

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