Inter, Inzaghi e l’ombra del Conte bis su Simone

Il tecnico del Tottenham vuol tornare in italia: a Marotta serve un uomo forte per l’obiettivo della seconda stella. L’ex è una garanzia pure per Lukaku

MILANO - C'’è ancora Antonio Conte nei pensieri dell’Inter. E c’è ancora di più dopo che l’allenatore ha manifestato la voglia di riavvicinarsi alla famiglia e quindi tornare in Italia. Potrebbe anche prendersi un anno sabbatico l’ex ct, ma il corteggiamento nerazzurro è iniziato sotto traccia per capire quali siano i reali orientamenti dell’uomo che ha portato in dote lo scudetto numero 19. Il prossimo, sarà quello della seconda stella, traguardo che regalerebbe un posto speciale nella storia nerazzurra a Suning e agli attuali dirigenti, tutti legati all’Inter da un contratto in scadenza nel 2025. La scelta di costruite un “instant-team” per vincere questo campionato grazie al ritorno di Lukaku (soprattutto), l’arrivo di Mkhitaryan e alla decisione (pur sofferta) di tenere il punto per Skriniar con il Psg, si è infranta a causa di un rendimento insoddisfacente lontano da San Siro. Simone Inzaghi ha più volte sottolineato come sia giusto - oltre che doveroso - mettere sul piatto della bilancia pure la Supercoppa conquistata a Riad stracciando il Milan nel derby, però la risposta dell’amministratore delegato, riguardante il fatto che il campionato sia obiettivo primario e coppe e coppette vengano dopo, ha fatto ben capire quali siano gli orientamenti societari riguardo a quanto fatto in stagione dove - altro problema non esattamente secondario - l’Inter, dopo la pausa dicembrina, ha conosciuto un cammino simile a quello che un anno fa ha agevolato la rimonta del Milan. Pensieri tra l’altro suffragati da numeri che non ammettono appello dopo la sconfitta a La Spezia, ottavo ko stagionale: dalla stagione 1994/95, ovvero nell’era dei tre punti a vittoria, solo due volte l’Inter ha subìto più sconfitte dopo 26 gare in Serie A: 11 nel 2011/12 e 10 nel 1998/99. E, per vedere un’Inter incassare 24 gol dopo le prime 13 trasferte stagionali (terza peggior difesa in trasferta del campionato...), bisogna risalire addirittura al 1947/48...

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Dissapori da chiarire

Inzaghi molto si giocherà martedì al Dragão contro il Porto dove andrà difeso con i denti l’1-0 dell’andata (un possibile altro successo in Coppa Italia non è considerato dirimente nelle scelte sul futuro dell’allenatore), ma pure un cammino super in Champions potrebbe non bastare. Soprattutto se a Steven Zhang fosse proposto come alternativa l’uomo che, oltre a conquistare l’ultimo scudetto, è riuscito a tirare fuori il meglio da Romelu Lukaku che, proprio a Milano con Conte, ha disputato le migliori stagioni in carriera. Fatto per nulla secondario, considerato che l’Inter ha intenzione di tenersi Big Rom, andando però a ridiscutere al ribasso i termini del prestito con il Chelsea (l’interessato invece ha già comunicato la volontà di ridursi l’ingaggio pur di restare a Milano). Conte - che dovrebbe comunque chiarire alcuni dissapori emersi all’epoca con parte della dirigenza - troverebbe ad Appiano pure Edin Dzeko, l’uomo che aveva scelto come partner di Lukaku prima del niet della Roma e, naturalmente, potrebbe ripartire dalla LuLa. Insomma, avrebbe una squadra pronta per vincere subito in Italia, che - da sempre - è la specialità della casa. A questo va aggiunto il fatto che conquistare lo scudetto della seconda stella sarebbe di grande stimolo anche per Conte.

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MILANO - C'’è ancora Antonio Conte nei pensieri dell’Inter. E c’è ancora di più dopo che l’allenatore ha manifestato la voglia di riavvicinarsi alla famiglia e quindi tornare in Italia. Potrebbe anche prendersi un anno sabbatico l’ex ct, ma il corteggiamento nerazzurro è iniziato sotto traccia per capire quali siano i reali orientamenti dell’uomo che ha portato in dote lo scudetto numero 19. Il prossimo, sarà quello della seconda stella, traguardo che regalerebbe un posto speciale nella storia nerazzurra a Suning e agli attuali dirigenti, tutti legati all’Inter da un contratto in scadenza nel 2025. La scelta di costruite un “instant-team” per vincere questo campionato grazie al ritorno di Lukaku (soprattutto), l’arrivo di Mkhitaryan e alla decisione (pur sofferta) di tenere il punto per Skriniar con il Psg, si è infranta a causa di un rendimento insoddisfacente lontano da San Siro. Simone Inzaghi ha più volte sottolineato come sia giusto - oltre che doveroso - mettere sul piatto della bilancia pure la Supercoppa conquistata a Riad stracciando il Milan nel derby, però la risposta dell’amministratore delegato, riguardante il fatto che il campionato sia obiettivo primario e coppe e coppette vengano dopo, ha fatto ben capire quali siano gli orientamenti societari riguardo a quanto fatto in stagione dove - altro problema non esattamente secondario - l’Inter, dopo la pausa dicembrina, ha conosciuto un cammino simile a quello che un anno fa ha agevolato la rimonta del Milan. Pensieri tra l’altro suffragati da numeri che non ammettono appello dopo la sconfitta a La Spezia, ottavo ko stagionale: dalla stagione 1994/95, ovvero nell’era dei tre punti a vittoria, solo due volte l’Inter ha subìto più sconfitte dopo 26 gare in Serie A: 11 nel 2011/12 e 10 nel 1998/99. E, per vedere un’Inter incassare 24 gol dopo le prime 13 trasferte stagionali (terza peggior difesa in trasferta del campionato...), bisogna risalire addirittura al 1947/48...

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