Inter, quota 100: il monte ingaggi va spianato

L’obiettivo è un taglio di almeno una trentina di milioni per cercare di sistemare i conti senza cessioni illustri
Inter, quota 100: il monte ingaggi va spianato

MILANO - L’obiettivo è avvicinarsi progressivamente a quota 100 milioni. L’Inter sta lavorando a una diminuzione del monte ingaggi che ora gravita a 134 milioni lordi. Una cifra non più sostenibile per tanti motivi. Il club nerazzurro vuole contenere queste uscite perché in parallelo negli ultimi anni si è arrestata la crescita dei ricavi esplosi nella prima parte della gestione Suning. Adesso, invece, il fatturato non segue più la linea dell'ascesa e quindi occorre cominciare a limitare le uscite in modo da non dover sempre ricorrere a cessioni eccellenti.

Paletti finanziari

Non è solo una questione di contabilità interna. Influisce anche la necessità di rispettare determinati parametri nel rapporto tra costo del lavoro e entrate complessive: si tratta di paletti previsti dagli accordi sotoscritti al momento del collocamento del maxi-bond nerazzurro da 415 milioni. Banche e investitori vigilano su questi aspetti. Allo stesso modo controlla il fondo californiano Oaktree che non si è mai esposto pubblicamente da quando ha concesso il maxi-prestito a Suning a maggio 2021, ma tramite i suoi rappresentanti nel Cda nerazzurro interviene sugli aspetti di equilibrio finanziario. A maggior ragione adesso che sta per cominciare l’ultimo anno prima del momento della restituzione della somma a Oaktree (fissato a maggio 2024). In questi casi una delleprime esigenze, in previsione di possibili evoluzioni proprietarie, è proprio snellire le uscite. D’altronde questa è la direzione intrapresa da quasi tutte le grandi della A. L’unica a spendere più dell’Inter in stipendi è la Juventus. Napoli e Lazio hanno sempre praticato una politica parsimoniosa, premiata dalle prime due posizioni in classifica dell'attuale A. La Roma è riuscita a frenare. Prima ancora, questa manovra virtuosa è stata realizzata dal Milan a partire da gennaio 2020, sessione di mercato decisiva per smagrire il monte-ingaggi fino ad assestarsi intorno agli 80 milioni lordi. Un’operazione che in casa Inter viene osservata con interesse giàda un paio di stagioni, quindi in tempi non sospetti: erano i tempi del campionato poi vinto con Conte in panchina.

Percorso complesso

La meta è chiara, ma non è facile il percorso. Una robusta sforbiciata può arrivare tramite la cessione di Brozovic e una riflessione sulla conferma di Lukaku che, se anche sarà definita col Chelsea a giugno, non potrà avvenire alle cifre attuali (11 milioni lordi). Insieme il centrocampista croato e il centravanti belga percepiscono 23 milioni lordi. Si scollina oltre 30 milioni aggiungendo gli stipendi di Dumfries, possibile partente al termine della stagione, e Handanovic che può lasciare dopo oltre un decennio alla Pinetina. Una cifra complessiva che consentirebbe di approcciare quota 100. Ma il cammino è complicato dall’obbligo di mettere contemporaneamente al sicuro la posizione di calciatori fondamentali, come Calhanoglu o Bastoni che stanno trattando il rinnovo dei rispettivi contratti. Perdere elementi simili imporrebbe di andare sul mercato per trovare sostituti a costi elevati visto il livello dei calciatori in questione. Per questo occorre valutare bene la richiesta di aumento di Bastoni intorno a 6 milioni netti. L’Inter non può dare il via a una catena generalizzata di rialzi simili. Al tempo stesso diventa urgente accelerare la valorizzazione di talenti giovani come Asllani che hanno le potenzialità per rimpiazzare calciatori più remunerati. È un sentiero molto stretto ma indispensabile da percorrere: il club lo ha inserito tra gli obiettivi prioritari.

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