Inter-Milan, ancora Zhang-Cardinale: seconda stella per due

I rapporti tesi e la separazione per lo stadio passano in secondo piano di fronte al comune obiettivo di vincere il ventesimo scudetto e fare la storia

La costellazione della seconda stella è visibilissima anche da America e Cina. L’obiettivo del 20° scudetto della storia per Inter e Milan è ben presente nei telescopi di Steven Zhang e Gerry Cardinale. I proprietari dei due club milanesi si sono lasciati alle spalle il periodo nel quale venivano criticati per un eccesso di distanza geografica dalle squadre. Cardinale lo ha fatto nelle ultime settimane: non si è perso nessuna partita del Milan in questo inizio di stagione.

Il filotto proseguirà domani con il derby e poi con la prima gara del girone di Champions League, martedì a Milano con il Newcastle di Sandro Tonali. La cessione del mediano lombardo è stata uno spartiacque della gestione di Red Bird: inizialmente ha provoca-to la reazione negativa di molti tifosi, ma ora viene letta come la spinta economica iniziale per un mercato che ha rivoluzionato la squadra. Una formazione che adesso Cardinale sente più sua rispetto a quella della scorsa annata. Sono cambiati i dirigenti con il licenziamento di Maldini e Massara e il timone affidato a Furlani e Moncada.

La gestione Cardinale

Infatti nella sua prima annata da proprietario rossonero Cardinale si era visto raramente allo stadio. Aveva sorpreso, ad esempio, la sua assenza alla Supercoppa in Arabia Saudita, dove invece c’era Gordon Singer. Dal 21 agosto in poi, invece, è sempre stato presente, anche a Bologna e Roma. L’obiettivo della seconda stella scalda. Stesso discorso per Zhang che, per ovvie ragioni di acquisto del club avvenuto nel 2016, aveva già metabolizzato da tempo la fase del distacco dall’Italia con relative critiche. Il presidente dell’Inter era rimasto a lungo lontano da Milano fino allo scudetto del 2021. Poi è successo il contrario: la sua permanenza nel capoluogo lombardo è diventata una costante, intervallata da brevi periodi trascorsi negli Stati Uniti più che in Cina.
Le ultime settimane, invece, le ha passate nel suo Paese. Dovrebbe tornare a Milano per il derby, ma fino a ieri sera la sua presenza non era ancora sicura al 100%. Nel suo caso è differente il legame con il club. Cardinale è proprietario, ma non ha incarichi operativi in organigramma tranne il posto nel Cda rossonero.

Il nuovo stadio

Zhang, invece, è presidente con deleghe significative. Questo spiega la sua presenza in sede per lunghi periodi dell’anno. La maggiore presenza di entrambi a Milano non ha ancora condotto a un incontro faccia a faccia. D’altronde si è sfilacciata la forma di collaborazione principale tra i due club per la realizzazione del nuovo stadio. Proprio l’ingresso in scena di Cardinale ha portato il Milan ad accelerare il distacco dalla condivisione del progetto con l’Inter. Ora i rossoneri spingono per un impianto autonomo a San Donato, mentre i nerazzurri proprio due giorni fa hanno fatto un ulteriore passo verso Rozzano. Lo stadio è un obiettivo di medio/lungo periodo. Adesso il traguardo immediato è la conquista dello scudetto per conquistare la seconda stella. Cardinale ha voglia di ribaltare la tendenza nei derby che finora lo vede pesantemente in svantaggio.

I derby Zhang-Cardinale

Nella sua prima stagione da proprietario rossonero ha vinto solo la stracittadina di andata in campionato, rimediando poi quattro sconfitte tra ritorno in Serie A, Supercoppa e semifinale di Champions League. Un poker che ha permesso a Zhang di lasciarsi alle spalle la delusione dello scudetto perso tra aprile e maggio del 2022. Con un certo stupore da parte nerazzurra quando il Milan ha scelto di non organizzare il pranzo tra club che precede gli impegni delle coppe europee. Il culmine di un rapporto piuttosto freddo tra le due proprietà, mentre sono migliori le relazioni tra dirigenti. Si riparte proprio da quei derby. L’Inter deve mantenere quell’altezza di crociera a livello di risultati sportivi per continuare a seguire con successo la rotta di auto-sostentamento economico tra cessioni e acquisti.

Il Milan, invece, anche a causa di quelle delusioni, ha optato per una rivoluzione tra campo e scrivanie, alimentata inizialmente dalla cessione di Tonali al Newcastle, ma poi proseguita grazie a un deficit finale di circa 50 milioni sul mercato estivo. Finora Cardinale può essere soddisfatto. Ma domani sarà tutto più chiaro nella sfida con Zhang per la seconda stella visibile da tre continenti diversi.

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