Calhanoglu, la svolta Inter dopo Brozovic: nuova vita come regista

Con il centrocampista turco, i nerazzurri di Simone Inzaghi hanno trovato equilibrio e verticalità
Calhanoglu, la svolta Inter dopo Brozovic: nuova vita come regista© Inter via Getty Images

MILANO - Ci sono tre date che hanno segnato la storia del centrocampo dell’Inter negli ultimi cinque anni, tre date che hanno dato un indirizzo preciso al percorso della squadra nerazzurra, trasformando l’Inter prima in una squadra da zona Champions, quindi in una da scudetto e infine in un top team a livello europeo. La prima data è l’11 marzo 2018. Quel giorno Luciano Spalletti, all'epoca allenatore dell’Inter, a San Siro contro il Napoli decise di cambiare la carriera di Brozovic, fino a quel momento discontinuo sia come mezzala sia come trequartista. L’attuale ct azzurro lo schierò da mediano nel 4-2-3-1, dandogli le chiave del gioco. Quella gara finì 0-0, ma fornì lo slancio all’Inter per poi arrivare quarta, dunque di nuovo in Champions dopo sei anni d'assenza. Ovviamente, da quel momento Brozovic divenne la mente della squadra nerazzurra e così è rimasto anche nel biennio di Conte, culminato con lo scudetto 2020-21. La seconda data è il 12 giugno 2021, ovvero quando in Danimarca-Finlandia il povero Christian Eriksen si accasciò per un arresto cardiaco. Il fantasista danese si dovette operare e disse addio al calcio italiano, ritrovando poi una seconda vita calcistica in Inghilterra. A distanza di pochi giorni dal problema al cuore di Eriksen, l’Inter affondò il colpo su uno svincolato di lusso, ovvero Hakan Calhanoglu, in scadenza col Milan. Il turco si rivelò subito una colonna del centrocampo del neo allenatore nerazzurro Simone Inzaghi, ma per diventare il giocatore che è oggi, bisogna andare alla terza data, ovvero 4 ottobre 2022.

Inter, obiettivo Colpani per il mercato

La svolta europea

Quella sera, dopo nove partite consecutive da regista, Inzaghi dovette fare a meno per la seconda gara di Brozovic, infortunatosi durante la sosta per le nazionali di metà settembre. Il primo esperimento post-croato, con il giovane Asllani contro la Roma il primo ottobre, andò male. Così per l’esame Champions contro il Barcellona il 4 ottobre 2022, ecco lo spostamento al centro di Calhanoglu, una mossa che ha cambiato la storia recente dell’Inter e la carriera del turco. Non solo in quel ruolo Calhanoglu decise la partita, dando il là al super percorso in Champions della squadra di Inzaghi, ma, di fatto, definì la fine della Brozovic-dipendenza. L'esplosione di Calhanoglu davanti alla difesa ha dato alla squadra di Inzaghi maggiore dinamismo e verticalità, una dimensione europea, e ha ovviamente portato Brozovic a passare più tempo in panchina e, di conseguenza, il club a non ritenerlo più centrale per il progetto, tant'è che l'estate scorsa è arrivata la cessione all’Al-Nassr.

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Attitudine difensiva

Con Calhanoglu in regia è un'altra Inter e chissà cosa sarebbe stato il 10 giugno a Istanbul se Mkhitaryan non si fosse fatto male qualche settimana prima: in finale di Champions contro il Manchester City, infatti, Inzaghi dovette inizialmente fare a meno dell'armeno e Calhanoglu dovette così tornare a giostrare da mezzala sinistra - e non giocò una buona gara -, con Brozovic regista. Adesso l'Inter è nelle sue mani e la nuova missione di Inzaghi sarà quella di rendere la squadra non dipendente proprio dal turco, cercando di dare sempre più spazio ad Asllani, apparso già in crescita nelle ultime apparizioni. Ma l'Inter con Calhanoglu è una squadra, senza un'altra. Il turco in quel ruolo ha trovato il suo Eden, mostrando una naturale attitudine non solo all'impostazione, già nelle sue corde, ma anche nell'interdizione. E ovviamente sarà lui a guidare la squadra sia domani a Bergamo, che mercoledì a Salisburgo.

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MILANO - Ci sono tre date che hanno segnato la storia del centrocampo dell’Inter negli ultimi cinque anni, tre date che hanno dato un indirizzo preciso al percorso della squadra nerazzurra, trasformando l’Inter prima in una squadra da zona Champions, quindi in una da scudetto e infine in un top team a livello europeo. La prima data è l’11 marzo 2018. Quel giorno Luciano Spalletti, all'epoca allenatore dell’Inter, a San Siro contro il Napoli decise di cambiare la carriera di Brozovic, fino a quel momento discontinuo sia come mezzala sia come trequartista. L’attuale ct azzurro lo schierò da mediano nel 4-2-3-1, dandogli le chiave del gioco. Quella gara finì 0-0, ma fornì lo slancio all’Inter per poi arrivare quarta, dunque di nuovo in Champions dopo sei anni d'assenza. Ovviamente, da quel momento Brozovic divenne la mente della squadra nerazzurra e così è rimasto anche nel biennio di Conte, culminato con lo scudetto 2020-21. La seconda data è il 12 giugno 2021, ovvero quando in Danimarca-Finlandia il povero Christian Eriksen si accasciò per un arresto cardiaco. Il fantasista danese si dovette operare e disse addio al calcio italiano, ritrovando poi una seconda vita calcistica in Inghilterra. A distanza di pochi giorni dal problema al cuore di Eriksen, l’Inter affondò il colpo su uno svincolato di lusso, ovvero Hakan Calhanoglu, in scadenza col Milan. Il turco si rivelò subito una colonna del centrocampo del neo allenatore nerazzurro Simone Inzaghi, ma per diventare il giocatore che è oggi, bisogna andare alla terza data, ovvero 4 ottobre 2022.

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Quella sera, dopo nove partite consecutive da regista, Inzaghi dovette fare a meno per la seconda gara di Brozovic, infortunatosi durante la sosta per le nazionali di metà settembre. Il primo esperimento post-croato, con il giovane Asllani contro la Roma il primo ottobre, andò male. Così per l’esame Champions contro il Barcellona il 4 ottobre 2022, ecco lo spostamento al centro di Calhanoglu, una mossa che ha cambiato la storia recente dell’Inter e la carriera del turco. Non solo in quel ruolo Calhanoglu decise la partita, dando il là al super percorso in Champions della squadra di Inzaghi, ma, di fatto, definì la fine della Brozovic-dipendenza. L'esplosione di Calhanoglu davanti alla difesa ha dato alla squadra di Inzaghi maggiore dinamismo e verticalità, una dimensione europea, e ha ovviamente portato Brozovic a passare più tempo in panchina e, di conseguenza, il club a non ritenerlo più centrale per il progetto, tant'è che l'estate scorsa è arrivata la cessione all’Al-Nassr.

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