Montero: «Dai Juve, molla un colpo alla Roma»

L’ex bianconero inizia ad allenare la squadra riserve del Penarol: «Conte ai livelli di Mou: in Europa meritava di vincere contro il Real del mio amico Zidane. Mi pento del calcio a Totti, non della vita notturna. Strootman il mio preferito. Totti è come Del Piero: i guai li risolve, non li crea. I giocatori non sono stupidi: qual è il problema se Tevez è arrivato soltanto ieri? Chiellini e Benatia sono molto forti, però adesso per i difensori è più dura con le nuove regole: che sofferenza la prova tv. Vidal è super»
TORINO - Brindisi di fine anno in spiaggia, a Punta del Este. Un po’ di relax prima della nuova avventura professionale. Paolo Montero fermo non ci sa stare ed è pronto a rimettersi in gioco. Dopo l’esperienza da procuratore, l’ex difensore juventino torna in campo: stavolta da allenatore. Riparte dal “suo” Penarol. «Guiderò la squadra riserve, lunedì ho il primo allenamento».

Metterà delle regole nello spogliatoio?
«Sì. La prima e più importante sarà quella dell’importanza del rispetto. Col gruppo prima ancora che con l’allenatore. Anche un panchinaro deve essere sacro. E’ un regola che alla Juve ho imparato da Peruzzi, Pessotto e Ferrara».

Per il resto?
«Tanta fiducia, come hanno sempre avuto nei miei confronti i tecnici. A ridosso del Capodanno si parla sempre di eventuali misure per gestire cene e brindisi. Ma i giocatori non sono mica stupidi, sanno bene quando possono bere o mangiare un po’ di più. In passato mi è capitato di tornare dal Sud America il 2 gennaio e scendere in campo il giorno della Befana: qual è il problema?».

Più o meno come Tevez, sbarcato a Torino ieri invece che lunedì.
«Non conosco i dettagli, ma una cosa posso garantirvela: ho perso mille volte l’aereo di ritorno dall’Uruguay. L’aspetto che conta è un altro: Carlitos è uno che ha vinto ovunque. E da quello che vedo, e mi dicono, nella Juve e a Torino si è inserito benissimo».

Tra i suoi “informatori” c’è anche Conte?
«Quando vengo a Torino, impegni permettendo, capita di andare a prendere un caffè con Antonio. Con lui come con Ferrara o Pessotto. Sono rimasti le stesse splendide persone di un tempo».

Conte a Dubai è stato premiato come allenatore dell’anno. E’ già al livello di Mourinho e Ancelotti?
«Sì, in poco tempo ha bruciato le tappe: sono i fatti che lo dimostrano».

Il gap è soprattutto in Champions.
«La Juve è stata sfortunata nel girone. Più che alla gara di Istanbul, penso a quella di Torino contro il Real Madrid. Ero allo Stadium e i bianconeri meritavano di vincere. Il primo tempo poteva finire 3 a 0».

A Torino è riuscito a salutare l’amico Zidane?
«Ci ho provato, ma arrivato davanti all’albergo del Real Madrid sono tornato indietro. Ci saranno state 4 mila persone. L’ho chiamato e gli ho detto: “Zizou, ci vediamo un’altra volta”».

Come vede il francese da vice-Ancelotti?
«Alla grande. Ora che la Juve è fuori dalla Champions, mi auguro che Zizou e Carletto conquistino la decima Coppa Campioni della storia del Real. Zidane farà strada anche da tecnico: è un ragazzo carismatico e umile».

È mai stato rimproverato da Zidane per qualche espulsione?
«Macché, Zizou si metteva sempre a ridere. Il più delle volte mi diceva: “Non sei mica normale”. Ma in Sud America è così, i difensori devono proteggere i propri attaccanti. Se Zidane, Del Piero o Inzaghi prendevano botte, io cercavo di fare giustizia con qualche entrata delle mie».

Pentito di qualche gesto?
«Non ridarei più quel calcione a Totti. E in generale non rifarei più una vita all’insegna del “o è bianco o è nero”. Purtroppo sono sempre stato poco diplomatico».

Rivedrebbe anche la vita notturna?
«No, quella no. Mi ha permesso di conoscere due fratelli».

Tornando a Totti: a 37 anni è ancora il trascinatore della Roma. Per qualcuno è proprio questo il limite dei giallorossi.
«Totti è come Del Piero. Fuoriclasse che i problemi li risolvono».

Domenica Totti guiderà la Roma nel big match scudetto dello Stadium.
«Non credo che una vittoria della Juventus possa chiudere i discorsi scudetto. In ogni caso ci sarà ancora un girone intero da giocare. Però...».

Però...
«È un’occasione importante, per la Juve: ha la possibilità di mollare un bel colpo al morale della Roma. Un successo sarebbe un messaggio pesantissimo a livello psicologico».

Stupito da Garcia?
«Sono sincero: non lo conoscevo bene e mi sembra che in poco tempo sia riuscito a costruire una bella Roma».

Quali giallorossi per la sua squadra perfetta?
«Strootman mi piace tantissimo, Pjanic ha grandi colpi. E in difesa è esploso Benatia».

Meglio Benatia o Chiellini in marcatura?
«Forti entrambi. Chiellini si sta confermando e Benatia sta compiendo il salto di qualità. Ma non chiedetemi se ho individuato un “nuovo Montero”: in giro vedo tantissimi difensori più forti di me...».

Più forti ma meno duri?
«Sono cambiate le regole, non i difensori. Quando arrivai in Italia, nell’Atalanta, non esisteva nemmeno l’espulsione da ultimo uomo. A noi difensori erano permesse più cose rispetto ad ora. Senza contare l’aumento delle tv e delle prove tv. Che sofferenza...». Risata.

Vidal è stato chiaro: «Voglio vincere il Pallone d’Oro». Qualcuno nel cileno rivede il suo spirito.
«Non è solo un lottatore, è un fuoriclasse. Merita di stare nella lista del Pallone d’Oro, ma poi vincerlo con gente come Messi e Ronaldo è davvero dura».


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