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TORINO - Più che una tifosa fanatica, è una «romanista di famiglia». Paola Cortellesi da ragazzina non ha praticamente avuto scelta: «Avessi tifato per un’altra squadra, mio padre e mio fratello mi avrebbero indicato la porta di uscita... (risata) ». Già, per l’attrice e comica romana sarebbe stato quasi impossibile presentarsi con un marito juventino: «Alla fine ho portato a casa un interista. Come ha detto mio papà: “Meglio dell’Inter che della Juve...”».
L’influenza interista l’ha contagiata?
«A mio marito piace più giocare che guardare i programmi di calcio. Non l’ho mai visto star male per delle partite, mentre mio padre e mio fratello... Chiaramente l’anno del Triplete di Mourinho l’abbiamo seguito col cuore in gola».
Mourinho, oltre che un grande allenatore, è un abile comunicatore: in quale programma televisivo lo vedrebbe bene?
«Per un’edizione speciale di Zelig. Se l’obiettivo sono i grandi ascolti, puntando su un personaggio come Mourinho si va sul sicuro».
È il suo allenatore preferito?
«A dir la verità, ho sempre avuto una simpatia per Zeman».
A proposito di tecnici: preferisce il Conte originale o quello di Crozza?
«Quello di Maurizio mi fa ridere di più. È unico, nelle imitazioni: quante risate anche quando faceva il “Sacchi”».
Crozza è il Totti dei comici?
«È un paragone che ci sta, sono due trascinatori. Maurizio lo conosco bene e vi assicuro che è una valanga anche nei fuori onda o durante le fasi di preparazione: il farti sbellicare ce l’ha nel dna».
E Totti?
«Di Francesco ho un gran bel ricordo, nel 2001 abbiamo “organizzato” insieme gag telefoniche durante il programma “Libero, scherzi telefonici in tv”. Ragazzo simpatico e autoironico. Nonostante fosse già una celebrità, si vergognava a prendere in giro i telespettatori. Da romana gli voglio bene».
Nel suo curriculum c’è un’infinità di personaggi famosi imitati, ma nessun calciatore.
«Balotelli sarebbe uno carino da testare. E a suo tempo Cassano e Buffon mi ispiravano. Il modo di parlare del portiere della Juve è troppo forte: un po’ placido e un po’ cantilenante, sarebbe stato divertente imitarlo».
Leggi l'articolo completo su
© RIPRODUZIONE RISERVATAL’influenza interista l’ha contagiata?
«A mio marito piace più giocare che guardare i programmi di calcio. Non l’ho mai visto star male per delle partite, mentre mio padre e mio fratello... Chiaramente l’anno del Triplete di Mourinho l’abbiamo seguito col cuore in gola».
Mourinho, oltre che un grande allenatore, è un abile comunicatore: in quale programma televisivo lo vedrebbe bene?
«Per un’edizione speciale di Zelig. Se l’obiettivo sono i grandi ascolti, puntando su un personaggio come Mourinho si va sul sicuro».
È il suo allenatore preferito?
«A dir la verità, ho sempre avuto una simpatia per Zeman».
A proposito di tecnici: preferisce il Conte originale o quello di Crozza?
«Quello di Maurizio mi fa ridere di più. È unico, nelle imitazioni: quante risate anche quando faceva il “Sacchi”».
Crozza è il Totti dei comici?
«È un paragone che ci sta, sono due trascinatori. Maurizio lo conosco bene e vi assicuro che è una valanga anche nei fuori onda o durante le fasi di preparazione: il farti sbellicare ce l’ha nel dna».
E Totti?
«Di Francesco ho un gran bel ricordo, nel 2001 abbiamo “organizzato” insieme gag telefoniche durante il programma “Libero, scherzi telefonici in tv”. Ragazzo simpatico e autoironico. Nonostante fosse già una celebrità, si vergognava a prendere in giro i telespettatori. Da romana gli voglio bene».
Nel suo curriculum c’è un’infinità di personaggi famosi imitati, ma nessun calciatore.
«Balotelli sarebbe uno carino da testare. E a suo tempo Cassano e Buffon mi ispiravano. Il modo di parlare del portiere della Juve è troppo forte: un po’ placido e un po’ cantilenante, sarebbe stato divertente imitarlo».
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