VIDEO Rabbia Del Piero, furia per la sostituzione

A pochi minuti dal termine Alex viene chiamato per il cambio. E non la prende bene...
TORINO - I calciatori che dicono di voler vincere anche le partite con i parenti in salotto sono dei dilettanti, al confronto. Alessandro Del Piero va oltre, anzi E' oltre. Lui non solo vorrebbe vincere pure se giocasse a braccio di ferro contro i bambini, come Bebo Storti in "Tre uomini e una gamba". Lui vuole ESSERCI sempre, e comunque. Provate a dirgli "tu non giochi", anche solo per qualche minuto. Diventa matto. Per questo ha sofferto così tanto nel suo ultimo periodo alla Juve, dove pure ha mantenuto una condotta pubblica professionalmente esemplare, pur regalando alle platee di stadi e tv un campionario di espressioni sofferte da antologia. Per questo, però, ha deciso di andarsene, di migrare. Ha scelto l'Australia, non tanto per i soldi, non solo per la famosa esperienza di vita. Si sarà detto: figurati se laggiù ci sarà qualcuno che mi toglierà il posto. E invece... una cosa dell'altro mondo.

DERBY C'è il derby di Sydney, tra la squadra sua e i Wanderers, al Parramatta Stadium, santuario dell'aussie rugby. Si sta sullo 0-0, Alex è in crescita, si sente bene, crede di poter risolvere la partita nel finale, c'è una classifica da sistemare (19 punti, 7° posto, robetta per uno come lui abituato a primeggiare) e una panchina da rinsaldare, quella del suo tecnico Frank Farina, centravanti che nei primi Anni Novanta transitò anche a Bari, senza lasciar segno. E invece che fa, il Farina? A dieci dalla fine ordina di alzare la lavagnetta col numero 10, dice a un ragazzino - tale Dylan Caton, debuttante allo sbaraglio - di dare il cambio alla leggenda e lui, bambìn, si piazza a bordo campo tutto emozionato, pregustando una staffetta da raccontare un domani ai nipotini. Apriti cielo. Del Piero, già contrariato per essere stato sostituito la settimana prima nel finale del match contro l'Adelaide, si accorge di quanto sta accadendo e fa una faccia, ma una faccia, ma una faccia! Si ferma, resta muto, si sfila con fare sdegnato la fascia di capitano, la cede quasi schifato a un compagno di squadra senza guardarlo manco di striscio, esce lentamente dal campo con una faccia, ma una faccia, ma una faccia che il ragazzetto, mentre timidamente gli si fa incontro per dargli il cambio, quasi è terrorizzato. Alex, magnanimo, a lui concede un faticoso doppio cinque con gelide manine, poi se ne va tra le riserve da dove lancerà un'occhiata terrificante al suo tecnico, brandendo una borraccia che forse avrebbe voglia di dirottare altrove anziché nella propria bocca.

FORZA ALEX Qualcuno dirà: ma stai tranquillo, quest'anno ne fai quaranta, ma rilassati, goditi la vita e la rendita. Ma forse, non fosse così, non fosse stato sempre così, Del Piero non sarebbe mai diventato e rimasto Del Piero. E la prossima volta sarà uguale. Forza ragazzo, fagliela vedere, a quel Farina lì.

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