Agnelli bacchetta i politici: «Subito riforme per il calcio»

Alla cena del Club Parlamento il presidente della Juventus tuona: «Non vogliomo finanziamenti ma chiediamo di poterci sviluppare»

ROMA - Un testo unico sullo sport che consenta una «semplificazione e ammodernamento delle normative»: la richiesta arriva dal presidente della Juventus Andrea Agnelli. Parlando alla platea di parlamentari aderenti all’associazione Giovanni Agnelli Juventus Club Parlamento nel suo decennale a Roma, nella sede di Palazzo Giustiniani, dove sono state ricordate le figure di Giovanni e Umberto Agnelli, il presidente bianconero ha approfittato dell’occasione per rivolgere un invito alle istituzioni. «Il calcio è una vetrina eccezionale per l’Italia il cui futuro però oggi è in pericolo per l’immobilismo molto diffuso in larga parte dei settori del Paese. Lo sviluppo di questo sport, e quindi anche della Juventus, è condizionato e talvolta frenato. Al di là della normativa generale sulle imprese e della specifica regolamentazione della giustizia sportiva, decine di leggi disciplinano la nostra attività. Sarebbe auspicabile - ha sottolineato - che il Parlamento procedesse ad un’opera di semplificazione, razionalizzazione e drastico ammodernamento della normativa, magari con l’obiettivo di arrivare, ad un Testo Unico dello Sport che segnerebbe una pietra miliare divenendo un punto di riferimento».

LO SVILUPPO Il numero uno del club bianconero ha evidenziato che «il calcio professionistico non ha bisogno di denaro pubblico e finanziamenti, al contrario contribuisce al bilancio dello Stato con una cifra che si aggira intorno al miliardo di euro. Il calcio italiano di cui la Juventus è leader ha bisogno di potersi sviluppare». Agnelli ha fatto riferimento alla legge 91/81 («varata quando stavo in prima elementare che equipara, senza distinzione, i nostri calciatori a meri dipendenti quando spesso hanno redditi come il fatturato di piccole e medie imprese»), ed ha ricordato che i principali introiti del calcio provengono esclusivamente da tre voci, i diritti tv («che il legislatore italiano ha preteso di normare in dettaglio, privando la Lega Calcio della possibilità di adattarsi rapidamente alle richieste del mercato che è globale»), introiti commerciali («è necessario arrivare presto ad una più stringente ed efficace tutela dei marchi che sono la nostra identità”) e ricavi da stadio. E sull’impiantistica sportiva, le legge sugli stadi, Agnelli sottolinea che  è «una necessità urgente per tutto lo sport, in particolare per il calcio. Lo Juventus Stadium - evidenzia - non può e non deve essere un caso unico. Ne va l’immagine del Paese. Si tratta di una vice di investimento in grado di creare migliaia di posti di lavoro». Rivolgendosi ai parlamentari, il presidente della Juventus ha ricordato che «la competitività della Juventus a livello continentale è messa in pericolo. Così come la competitività del Paese è in pericolo se le istituzioni e la macchina della pubblica amministrazione non sapranno rispondere adeguatamente alle attese dei cittadini e alle sfide che si stanno davanti in Europa e nel mondo. La competitività è in pericolo. La Juve vuole eccellere, anche l’Italia deve eccellere».

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