Juve, Giovinco: ora il futuro è un rebus

I bianconeri vogliono cederlo, ma gli altri club lo cercano solo in prestito. E c’è il problema della lista Champions
Juve, Giovinco: ora il futuro è un rebus © LaPresse
TORINO - Il giorno dopo, Sebastian Giovinco è descritto «sereno». Sì, nonostante tutto «non ha perso la tranquillità. E la consapevolezza. Ha una grande forza morale, lui». L’agente dell’attaccante, Andrea D’Amico , resta, al solito, misurato. Anche nel difendere il proprio assistito disegna un quadro equilibrato. Composto di pennellate intinte nell’inchiostro dell’orgoglio e, comunque sia, della fiducia. «Perché contano i fatti, non le chiacchiere». Ma la verità, prima di ascoltare le altre dichiarazioni del procuratore, è che il futuro di Giovinco è sempre più un rebus, ora che si è materializzato anche questo nuovo strappo (di certo il più grave) con l’ambiente: in primis con il mondo dei tifosi. Gran parte dei tifosi, non tutti. Un rebus, tanto se si guarda al futuro prossimo, quanto a giorni più lontani: quelli caldi d’estate.

QUELLA DOZZINA - La Juventus aveva sborsato una dozzina di milioni per riportare a casa, da Parma, il proprio piccolo funambolo, che in gialloblù aveva lucidato se stesso come mai. Il nuovo problema si è già materializzato a gennaio. Dopo il casotto interista Vucinic-Guarin , appurate anche le scarse possibilità di fare cassa altrove con la partenza del montenegrino, la società bianconera mise sul mercato in extremis Quagliarella e Giovinco. L’idea di base era far fuori il primo dei due, potendo scegliere. Ma il centravanti partenopeo s’impuntò: «Non voglio andarmene, ne ho diritto, parla il contratto fino al 2015». I no ai diversi corteggiatori, dalla Lazio in giù, fioccarono in rapida sequenza. Così, molti dei club che già ci avevano provato con Vucinic e Quagliarella tornarono alla carica proprio per Giovinco. Ma anche in questo caso senza sfondare né dalle parti della Juve né sul fronte del giocatore, dal contratto anch’esso in scadenza nel 2015. La stessa Lazio e poi il Genoa, per esempio. Ma pure la Formica disse no. E rimase. Quinto di sei attaccanti. Sesto diventò Quagliarella. Anche perché le vere polemiche intestine si originarono attorno al suo caso. Leggi l'articolo completo su

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