Pulvirenti: «Altro che pranzo con la Juve...»

Intervista al presidente del Catania: «Io gli avversari li guardo in cagnesco»
CATANIA - Presidente del Catania, imprenditore con interessi diversificati, dalle compagnie aeree ai supermercati, dai campi da golf alla costruzione del nuovo stadio che darà un futuro ancora più solido alla società etnea, Antonino Pulvirenti è anche uno dei due consiglieri federali. L’altro è Claudio Lotito, il grande nemico di Andrea Agnelli in tema di politica sportiva. Dal 2006 in avanti è alla guida di un club che, dopo un crescendo culminato nell’8° posto della passata stagione, in questa rischia, dopo 8 campionati di serie A consecutivi, di dover ripartire dai cadetti.

Presidente Pulvirenti: in questo momento la Juventus non è per voi la migliore avversaria da incrociare.
«E dopo la sfida contro i bianconeri ci tocca ricevere il Napoli. Non il massimo, per chi come noi ha necessità di fare punti. La Juve è una squadra fortissima, domina il campionato da 3 anni e praticamente non ha punti deboli».

Le regala un po’ di ottimismo il fatto che abbia speso tante energie in Europa League contro la Fiorentina? In più si presenta a Catania con tante defezioni.
«L’ottimismo arriva dalla consapevolezza che il nostro è un buon gruppo. Mentre non credo a una Juve stanca o indebolita dalle assenze: Conte dispone di una rosa tale da garantire sempre l’impiego di un’ottima squadra. E poi quando hai uno come Pirlo in mezzo al campo, per gli avversari è sempre durissima».

Con il ritorno di Lodi dal Genoa il Catania è molto simile a quello sorprendente di un anno fa. Eppure adesso siete ultimi in classifica. La spiegazione?
«Le enormi difficoltà incontrate a inizio campionato e dipese da una serie impressionante di infortuni a giocatori molto importanti. E quando inizi ad arrancare guardi la classifica, vedi che sei in ritardo e i fai prendere dall’ansia. Non a caso, nelle ultime prove contro due dirette concorrenti, alla 6ª giornata contro il Chievo e nell’ultima col Sassuolo, la squadra si è sciolta alle prime difficoltà».

Catania un po’ rassegnato oppure lei per primo crede fermamente alla salvezza?
«Non nascondo i problemi, ma sono convinto che una vittoria darebbe quella fiducia che ora manca e che permette di ripartire. Siamo ultimi, ma non lontani dalle squadre che ora sarebbero salve».

Le conseguenze per il Catania in caso di retrocessione?
«Siamo uno tra i club più virtuosi della serie A, per quanto riguarda i conti. Scendere in serie B comporterebbe un danno economico, ma non tale da compromettere il percorso che sto facendo alla guida della società. Abbiamo appena acquisito i terreni per edificare il nuovo stadio che contiamo di inaugurare nell’estate del 2017: la capienza passerà dai 20 mila posti del Massimino ai 25 mila del prossimo impianto. Anche per soddisfare un potenziale bacino di 1 milione di tifosi. Abbiamo strutturato la società, stringendo ulteriori rapporti di collaborazione con l’Argentina attraverso Claudo Caniggia e aprendoci al mercato dell’est europeo. Stiamo lavorando bene, pure in virtù di un eccellente centro sportivo, sul settore giovanile. Credo fermamente alle possibilità di salvezza del Catania, ma nel caso sono pronto a ripartire con entusiasmo anche dalla categoria più bassa. Siamo una realtà medio-piccola, gli intoppi sono nell’ordine delle cose».

Tra Juve e Catania sono spesso scintille: che accoglienza sarà riservata ai bianconeri?
«Ottima. In ogni ambito la polemica ci può stare, ma poi va anche spenta».

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