Deschamps: «Juve, Pogba non stava bene di testa». #JuveBorussia

Il ct della Francia: «Gli ho parlato, non è uno di trent'anni. A un certo punto aveva un ambiente che lo circondava...». La Champions aspetta il Polpo Paul effetti speciali contro il Borussia. L'amico brasiliano: «Era un leader, lo chiamavamo Mandela...»

TORINO - (e.e.) Didier Deschamps e Paul Pogba. Croce e delizia, ma più delizia, ovvio. Il centrocampista della Juventus sta crescendo anche grazie ai consigli dell'ex bianconero. «Lo ho anche "interrogato", fa parte del mio lavoro - dice a RMC -. Paul ascolta, non ritiene negativo se mi pongo delle domande su di lui. Al 90 per cento è positivo, sa cosa m attendo da lui». Il ct della Francia spiega: «Gli ho parlato, non è un giocatore di trent'anni. A un certo punto aveva un ambiente che lo circondava... E non stava bene nella sua testa». Le offerte del mercato possono destabilizzare un ventunenne. Per fortuna si gioca, e la Champions, contro il Borussia, aspetta il Polpo Paul effetti speciali.

 

COME MANDELA - Un vecchio-giovane amico di Paul Pogba, Gladestony Estevão Paulino da Silva, centrocampista del Grêmio Osasco Audax, nella Serie A del Paulistão, parla del francese, conosciuto ai tempi del Manchester United. Come il Polpo ha ventun anni e si sono frequentati dal 2011 e 2012, nella maggior parte giocando nella squadra B dei Red Devils. «E' una felicità enorme lavorare con lui, un amico speciale. e' diventato grane nella Juventus, giocando molto bene e arrivando anche al Mondiale», dice a Rádio ESPN. «E' una persona meravigliosa. E' umile e merita tutto il successo che sta ottenendo. Mi aiutava con la lingua inglese, perché io non capivo a e anche in campo mi dava indicazioni. Ani, le dava tutti. Aveva le qualità per emergere, per brillare. E i fronte ha una grane carriera». Lo chiamavano Nelson Mandela, amava muscia e samba del Brasile. «Ci assomigliava al sudafricano. Era un leader. Invece, Pogba mi chiamava come Robinho 'Rei das Pedaladas'».

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