Juventus: Pogba, sms per il Real. Gol e corsa: «Io ci sono!»

Il centrocampista bianconero: «Non sono ancora in forma al 100%, però non ho sentito dolore al flessore: sono contento!» E Marotta lo blinda ancora una volta: «Lo vuole il City? Paul è nostro e ce lo teniamo stretto»
Juventus: Pogba, sms per il Real. Gol e corsa: «Io ci sono!»© LaPresse
TORINO - Una corsetta per esultare, un sorriso da condividere con Claudio Marchisio - il primo ad avvicinarsi a lui - poi il mischione, con bacetto dedicato alla piazza. Essì, Paul Pogba è tornato fra noi, sul pianeta Terra, da dove spesso osava ripartire per planare su territori sconosciuti ai comuni mortali. Succedeva quando il Pogboom non era ancora un marchio registrato, mentre (soprattutto) il Napoli s'iscriveva alla corsa dei più bersagliati. Il Polpo sarebbe passato senza pietà su altri corpi, prima dello stop muscolare del 18 marzo, il lungo pregare e peregrinare prima del rientro. Ieri l'epifania si è compiuta, il francesino con le stimmate del campione si è di nuovo manifestato tra noi. Al Real, mercoledì sera, spetterà la sentenza: anche a livelli europei sarà tornato quel centrocampista dal futuro già scritto nell'oro?

SCHIAFFO - Ieri, 52 giorni dopo lo stiramento di secondo grado al bicipite femorale patito a Dortmund, i trampoli del giovanotto di Lagny-sur-Marne hanno ricominciato a calpestare l'erba di un prato di lusso. Massimiliano Allegri gli ha concesso 62 minuti di rapido quanto efficace girovagare, fra palloni riacciuffati, talvolta schiaffeggiati con tutta la forza di questo mondo, tal'altra accarezzati allorché l'assist è tornato ad essere pane quotidiano del ragazzo. Già, gli schiaffoni: come quello assestato e poi deviato nella sua porta dal povero Ceppitelli che magari passerà alla storia per aver agevolato la rinascita del Polpo. «Dopo 52 giorni sono finalmente tornato. E' vero, non sono ancora in forma al 100%, ma ora sto giocando e mi sento bene. E' tutto ok, il flessore non lo sento, sono a posto»: è la firma di Pogba in attesa del Real. [...]

AFFLATO - E' lì che, con tutto il rispetto per gli altri calciatori juventini, il match ha assunto un altro sapore. Perché fino ad allora la festa era stata completa: lo sventolio di bandierine nel prepartita, l'inno cantato dal popolo bianconero "a cappella", i cori rivolti a Pogba. Uno, in particolare, quello che ai tempi di gloria i tifosi rossoneri dedicavano a George Weah: «Siam venuti fin qua per vedere segnare Pogba». E con un paio di accompagnamenti all'insegna del «Non si vende Pogba», rivolti ai vertici juventini. Beppe Marotta, ad ogni modo, non ha bisogno di prestare ascolto all'afflato della gente per sapere quanto il Polpo sia penetrato nei cuori della collettività bianconera: «Ci aspettavamo che Pogba tornasse 52 giorni dopo Dortmund - dettava l'amministratore delegato - perché il lavoro dei fisioterapisti è stato eccezionale. E noi contavamo sulla tenacia del ragazzo che voleva recuperare per non mancare il finale di stagione. E' un ritorno agonistico dopo quasi 2 mesi, dunque non ci si può aspettare che sia nella miglior forma. Acquisterà ritmo e condizione solo giocando».

FUTURO - Allegri è già dentro il dilemma dei prossimi 4 giorni: Pogba o non Pogba? Se nel calcio contano le sensazioni, corroborate dalle impressioni ricavate da giovedì in poi a Vinovo, al Bernabeu la sagoma del francese tornerà a far capolino dinanzi al centrocampo realista: una mediana più tecnica rispetto a quella esposta in vetrina allo Stadium, ma non per questo il campioncino dei sobborghi parigini penserebbe soltanto a randellare, piuttosto che a costruire gioco. Marotta, intanto, trascorrerà il pre e il post Real anche al telefono, nella consapevolezza del fatto che cedere un 22enne così completo (24 reti in 123 partite nel curriculum vitae bianconero) è operazione da perderci il sonno. «Il Manchester City in pressing? Non possiamo nasconderci, Pogba è un talento, al mondo è tra i giovani migliori. Però è un nostro patrimonio, una pedina fondamentale per il nostro futuro. E ce lo terremo stretto». Barcellona, Real Madrid, Chelsea, Paris Saint-Germain e Manchester United ci proveranno ancora a lungo. Ma dovranno offrire più degli 80 milioni proposti dai blaugrana.

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