Tevez, è pronto per te un bel discorsino…

Marotta e Allegri al lavoro per trattenere l’attaccante. I guai del Boca e la crisi dell’Argentina sono un assist
Tevez, è pronto per te un bel discorsino…© www.imagephotoagency.it

TORINO - Glielo ripeteranno ancora, ma non allo sfinimento: con diplomazia, evitando di sommare pressioni su pressioni. Glielo ridiranno, comunque, quanto Tevez è importante per la Juventus e quanto la Juventus è importante per Tevez. I rapporti tra Marotta, Allegri e l’Apache sono talmente positivi e trasparenti da consentire un dialogo il più possibile schietto. L’ad e il tecnico sono al lavoro da tempo per creare le condizioni ideali affinché Tevez accetti di rimanere per un altro anno a Torino. Il suo legame scadrà, formalmente, nel 2016. Ma da tempo l’attaccante ha manifestato ai vertici della società i suoi dubbi sulla permanenza nella Juventus, e il suo desiderio di tornare in Argentina: anche per motivi famigliari, non soltanto per chiudere un cerchio sportivo tornando a indossare la maglia del suo Boca.

Rispetto superiore - La Juventus ha fin qui manifestato un rispetto decisamente superiore, per Tevez. Di fronte alle sue remore, alle sue perplessità, al suo stato d’animo in altalena, la società bianconera ha sempre scelto la strada della comprensione e del dialogo. D’altra parte Tevez non è certo un personaggio facile, se non lo si sa prendere. A Manchester, su entrambi i fronti (United e City), ha retto anche a pressioni fortissime, a minacce et similia: e quando lui stacca la spina, diventa ingestibile. Voleva persino chiudere anzitempo la carriera, per estinzione di stimoli e serenità. «A Torino grazie alla Juve ho ritrovato il sorriso, la voglia di giocare», ammise l’Apache un anno fa, non a caso. Obbligare Tevez a restare a ogni costo, solo perché ha un contratto ancora valido, non è una strada realistica, praticabile. Porterebbe a un vicolo cieco, quanto a rapporti e a rendimento sul prato. Né è dirimente l’aspetto economico: la Juventus gli ha anche già palesato la disponibilità a ragionare di rinnovo, ma per un giocatore che ha 31 anni e che in carriera ha guadagnato ben più di 50 milioni netti, non sarebbe un milione in più o in meno a fare la differenza.

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