Heysel 2015: la missione del ricordo

Trent’anni fa prima della finale di Coppa Campioni a Bruxelles morirono 39 spettatori
Heysel 2015: la missione del ricordo© LaPresse

TORINO - Nel giorno della commemorazione delle vittime dell’Heysel, 30 anni dopo, analizziamo in cinque approfondimenti le cause, i fatti di Bruxelles e i significati che la memoria di quella tragedia possiede ancor oggi, 29 maggio 2015.

1) Cosa successe?

Il 29 maggio del 1985 si giocava la finale di Coppa dei Campioni a Bruxelles, nello stadio Heysel. Disputavano la finale Juventus e Liverpool, le due squadre più forti d’Europa in quel momento. Prima della partita, nella curva dove erano stati sistemati, follemente, sia i tifosi della Juventus (per lo più famiglie, nessun ultrà) che quelli del Liverpool, si scatenò la violenza degli inglesi. Venne divelta la rete da pollaio, che pretendeva di dividere le due fazioni, e gli hooligans del Liverpool caricarono. I tifosi bianconeri arretrarono spaventati e la calca asfissiante iniziò a fare le prime vittime fra coloro che, caduti a terra, vennero schiacciati o non riuscirono a riemergere. La pressione della folla sul parapetto laterale della maledetta curva Z fece crollare il muretto, causando ulteriori vittime, ma dando anche sfogo. In pochi minuti, durante i quali le forze dell’ordine belga assistettero sostanzialmente inermi, morirono 39 persone. La partita si giocò lo stesso, per ragioni di ordine pubblico e per permettere alla polizia belga di organizzare il deflusso dei tifosi, potenzialmente ancora più pericoloso. La Juventus vinse 1-0, ma nessuno potè godere fino in fondo di quella vittoria.

2) Di chi fu la colpa?

Certamente delle autorità locali. L’organizzazione della partita fu disastrosa. Venne clamorosamente sottovalutata la pericolosità della tifoseria inglese (ben nota in tutta Europa). Si mise a disposizione dell’evento un numero ridicolmente esiguo di poliziotti. Si mischiarono con decisione demenziale tifosi della Juventus e del Liverpool nello stesso settore, divisi solamente da una rete. Non si aprirono immediatamente i cancelli che potevano rappresentare un varco di salvezza verso la pista di atletica e il campo, durante il terribile momento di schiacciamento. Nessun intervento, da quello della polizia a quello del personale medico, fu tempestivo e tutto sembrò frutto di improvvisazione. Se, per quei 39 morti, ci sono dei colpevoli contro i quali puntare il dito a distanza di 30 anni, questi sono i membri dell’organizzazione della finale, che - di fatto - non pagarono mai.

3) Quali furono le colpe degli inglesi?

Le abitudini violente degli hooligans inglesi erano note da diversi anni. Quella notte i tifosi del Liverpool si presentarono, come sempre, completamente ubriachi alla partita e la loro follia si scatenò su tifosi inermi: dall’altra parte della curva c’erano infatti famiglie, bambini e italiani che vivevano in Belgio. La furia demente degli ultrà del Liverpool non si fermò nemmeno di fronte a questo. Va detto che, a differenza degli organizzatori, gli inglesi pagarono e l’Heysel (insieme a Hillsborough) segnò il severo cambio di rotta del governo Thatcher: il piano varato in quegli anni spazzò via il fenomeno hooligans.

Leggi l'articolo completo sull'edizione odierna di Tuttosport

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...

Juve, i migliori video