Cuore, testa e mentalità: la Juve comunque è tornata

Il capolavoro di Agnelli: squadra riportata al top in Europa in soli 5 anni. Marotta, Paratici, Nedved: le scelte più corrette nei ruoli chiave
Cuore, testa e mentalità: la Juve comunque è tornata© www.imagephotoagency.it

BERLINO - Chi era presente al banchetto organizzato dall'Uefa venerdì sera, racconta di aver visto Andrea Agnelli euforico come poche volte (anzi, forse mai) lo era stato nelle cerimonie ufficiali, al punto che persino il presidente federale Carlo Tavecchio e il suo entourage sono rimasti stupiti da tante bollicine. D'altronde, la restaurazione della Juventus ha toccato il suo culmine proprio a Berlino, città bellissima e cosmopolita, che è diventata una immaginaria linea spartiacque tra ciò che era e ciò che diventerà la società più titolata d'Italia. Il presidente bianconero ha impiegato cinque anni per riconsegnare una verginità al club che era uscito con le ossa rotte da Calciopoli e che aveva sbandato sotto la scellerata gestione Cobolli-Blanc. Cinque anni sono il minimo, persino meno del minimo, specialmente se si considera quale è stato il punto di partenza.

Consolidamento
Ora la Juventus può ambire a collocarsi stabilmente tra le prime otto squadre d'Europa e a ricominciare l'avventura in Champions League da testa di serie perché il consolidamento è avvenuto a tutti i livelli, anche attraverso una posizione di forza all'interno dell'Eca, il governo dei club europei. Agnelli è solito conservare in una cartellina i ritagli di alcune interviste che lo hanno colpito in maniera particolare. Il più gettonato è quello che riporta un'intervista di Karl Heinz Rummenigge là dove l'amministratore delegato del Bayern sostiene che l'obiettivo di ogni stagione per la corazzata bavarese è la supremazia in Bundesliga. Il sogno, invece, è la Champions League. Intorno a quel ritaglio è nata la Juventus 2.0 dei tanti trionfi. Agnelli ha conquistato quattro scudetti di fila in cinque anni di gestione, ha vinto la Coppa Italia e la Supercoppa, insomma si è portato avanti con il lavoro. Soprattutto è stato bravo a scegliere i suoi colonnelli: Beppe Marotta, Fabio Paratici, Pavel Nedved, la dorsale tecnica della società. Un salto in alto deve essere ancora compiuto sotto il profilo del merchandising, dello sfruttamento del brand, ma pure in questo settore sono stati compiuti passi avanti per riallineare la società al resto dell'Europa che conta. Trecento milioni di euro alla voce fatturato fanno un discreto effetto...

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