Juve e Trezeguet in Africa con l'Unesco

Trezeguet ha visitato un laboratorio educativo ed artigianale a Bangui, Repubblica Centrafricana


TORINO - David Trezeguet ha visitato, insieme con l’organizzazione internazionale che opera in seno alle Nazioni Unite, un laboratorio educativo ed artigianale a Bangui, Repubblica Centrafricana, prima di assistere ad un match d’esibizione (a cui naturalmente ha dato il suo contributo in fase offensiva). La seconda tappa del viaggio africano di Juventus e UNESCO è stata testimonianza di come educazione e sport possano mettersi al servizio della riabilitazione sociale dei bambini soldato, coinvolti nel recente conflitto armato della Repubblica Centrafricana.
Il paese sta infatti emergendo da una crisi umanitaria che lo ha incendiato per oltre un anno a partire dal 2013, colpendo in particolar modo le fasce più giovani e vulnerabili della popolazione.
Solo nella capitale Bangui sono stati contati circa 6.000 bambini soldato, un numero che sale a 10.000 se viene considerato lo stato nella sua interezza. Tanta, pertanto, è ancora la strada da fare nell’aiutare questi giovani a reinserirsi nella società e raggiungere l’autosufficienza economica.
Il sostegno economico garantito da Juventus è stato di cruciale importanza nell'avvio di programmi d’aiuto in favore delle popolazioni locali: è quanto ha potuto toccare con mano David Trezeguet nella giornata di ieri, accompagnato dall’Assistant-Director General for External Relations and Public Information di UNESCO, Eric Falt.
Giunto martedì a Bangui, il giorno successivo il Presidente delle Juventus Legends ha fatto visita ad un centro educativo artigianale distante solo un paio di chilometri dal centro della capitale centrafricana.
L’accoglienza per il campione franco-argentino è stata una di quelle che non si dimenticano certo facilmente: bambini disposti in due file, elettrizzati in attesa  della delegazione bianconera con tanto di bandiere, magliette e fotografie del bomber juventino. Immancabili i cori inneggianti all’attaccante, il cui volto è sinonimo di Juve da ormai tre lustri.

Scesi dalla macchina, gli ospiti della scuola d’artigianato hanno ricevuto un fragoroso applauso e un bouquet di fiori prima di essere condotti per un tour della struttura dai suoi responsabili.
Lì hanno avuto modo di conoscere l’attività giornaliera di studenti ed insegnanti, i cui encomiabili sforzi quotidiani contribuiscono, ogni giorno, ad aggiungere un tassello al futuro ancora tutto da costruire di 100 ragazzi (ex soldati o appartenenti alle fasce più vulnerabili della popolazione).
Il primo ciclo di insegnamenti, partito a marzo 2015, è attualmente in fase conclusiva. Qui i giovani imparano metodologie artigianali che possono risultare loro decisive per un avvenire più roseo, come la lavorazione del cuoio, la saldatura, la realizzazione di gioielli, la tessitura e la scultura del legno.

C’è un aspetto particolare, tuttavia, che ha la massima priorità nel centro. «L’alfabetizzazione è il più importante obiettivo da raggiungere», ha commentato Eric Falt. «Sapere che possono leggere e scrivere fa una grande differenza. Successivamente li aiutiamo ad acquisire competenze basiche e cerchiamo di indirizzarli verso l’auto-sufficienza».
«Sono stati lasciati soli per gran parte delle loro vite, quindi acquisire indipendenza e poter essere reintegrati nella società civile è di per sé un dono per questi ragazzi. Quelli che conosciamo sono già entrati a far parte di una nuova realtà: lo scenario qui era completamente diverso appena un anno fa».
Anche Trezeguet ha rimarcato la positività dell’esperienza. «Ho ricevuto un’accoglienza fantastica e ho avuto modo di osservare come questi ragazzi si stiano preparando ad un futuro importante. E’ ben ravvisabile quel desiderio di crescere e di uscire da una situazione in cui si sono ritrovati loro malgrado», ha commentato il Presidente delle Juventus Legends.
«Essere qui con l’UNESCO è importante in quanto è un’organizzazione che ha fatto esperienza delle situazioni più critiche e dure in giro per il mondo. Continueremo a lavorare assieme e a rimanere uniti con l’obiettivo di fare la differenza».
Dopo aver visitato una scuola che permette agli educatori di affinare alcune tecniche d’insegnamento, la delegazione visitante si è recata allo “Stade Vingt-mille Places”, dove ha avuto luogo un’esibizione calcistica pomeridiana tra insegnanti e studenti.

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