TORINO - Degli highlander juventini, Leonardo Bonucci è l’Iron Man. Nell’ultima stagione soltanto Lionel Messi ha giocato più minuti del centrale bianconero, rimasto in campo quasi 100 ore tra club e Nazionale (5480 minuti in totale). Numeri pazzeschi e tutt’altro che casuali. L’azzurro, grazie alla professionalità e ai continui lavori con il motivatore personale Alberto Ferrarini, si sta mantenendo su questi livelli da 5/6 anni. Di questo passo, con 225 partite nel curriculum bianconero, per vedere la sua maglia numero 19 appesa nel museo accanto a quella dei campioni ultracentenari della Juventus non bisognerà attendere poi così tanto. Nel giro di una stagione e mezza Bonucci raggiungerà i compagni Buffon, Chiellini e Marchisio, già presenti nella hall of fame. Il progetto della Juve per il futuro è chiaro, non caso dopo i rinnovi degli immortali (appunto Buffon, Chiellini e Marchisio), adesso è arrivato il turno di Bonucci. I dirigenti bianconeri e Alessandro Lucci, manager del difensore, nelle settimane scorse hanno trovato l’intesa: accordo fino al 2020 e importante ritocco dello stipendio (da 1,8 milioni a 3,5), in linea con quello dei titolarissimi di Allegri.
IL TIMBRO DI AGNELLI - Come è avvenuto per le altre bandiere, sarà Andrea Agnelli a presentare oggi il prolungamento del contratto di Bonucci. Stesso rituale utilizzato per gli annunci degli altri big, anche perché nei piani della società Bonucci dovrà avere il medesimo compito dei vari Buffon, Chiellini e Marchisio. Una sorta di doppio ruolo: garanzia tecnica in partita e rappresentante della mentalità juventina durante gli allenamenti e nello spogliatoio, in modo da rendere più efficace, rapido e vincente l’inserimento dei giovani e dei nuovi acquisti.