Allegri? No, d’estate è vietato. È la condanna alla Juve

Le turbolenze di un anno fa. Gli infortuni a catena quest’anno
Allegri? No, d’estate è vietato. È la condanna alla Juve© www.imagephotoagency.it

TORINO - Sembra una condanna, ma il precedente dell’anno scorso potrebbe persino trasformare le smorfie di disappunto in sorrisi. Sembra una condanna, ma pure una beffa paradossale, visto il cognome che si porta sulle spalle l’allenatore della Juventus. Allegri non può stare allegro manco adesso, neanche in questa estate che, sulla carta, avrebbe dovuto rappresentare per lui un ancoraggio nella normalità. Ma vi ricordate che successe un anno fa? E soprattutto come poi si è sviluppata la stagione? L’addio traumatico di Conte, gli insulti e gli sputi beccati dal nuovo tecnico al suo arrivo a Vinovo, l’infortunio di Morata al terzo allenamento, quindi pure l’obbligo di condizionare la preparazione alle esigenze di bilancio e di marketing: con quelle due settimane trascorse ad agosto in Asia e in Oceania, passando dal clima torrido di Giakarta al fresco di Sydney prima di transitare per la sauna di Singapore, tra allenamenti per forza di cose tutto fuorché agevoli. Si disse, all’epoca: il manuale perfetto delle cose da non fare, se si vuole arrivare alla primavera con i muscoli tonici e sufficiente benzina nel sangue. Ah, dimenticavamo: un anno fa Vidal era ancora ai margini, tra allenamenti differenziati post operazione al ginocchio e superfatiche ai Mondiali brasiliani. Insomma, sulla carta di identità di Allegri c’era scritto, tra i segni particolari: guai e scetticismo, ostacoli e disavventure. Eppure: eppure poi sono venuti a galla lo scudetto, la decima Coppa Italia e pure l’impresa delle imprese, la conquista della finale di Champions. E con la linfa giusta nel corpo della squadra, sia in termini fisici che psicologici, sino all’ultimo minuto di Berlino.

GLI INFORTUNI - E adesso? Pianificando l’impegno in Cina per la Supercoppa, Allegri aveva immaginato, un mese fa, di battezzare un’estate finalmente normale. Allenamenti “tranquilli” a Vinovo, nessuna lunga tournée estiva e amichevoli standardizzate, in un contorno oltretutto sulla carta euforico, post stagione scorsa. Invece: subito una serie di infortuni muscolari a catena, da Barzagli a Chiellini a Khedira per finire con Morata. E poi l’ormai mitico trequartista, il gran cavallo di battaglia: che nei suoi piani doveva arrivare subito, all’alba della preparazione, e invece... E le sconfitte, pure. E il problema di rivoluzionare la squadra tatticamente, dopo gli addii di Pirlo e Tevez. Insomma, a vederla così, è venuta fuori ben presto un’altra estate fuori dai cardini. Sembra una condanna, per l’appunto.

LA RISORSA - Ma forse è meglio così, se è vero che Allegri l’anno scorso ha dimostrato di saper dare il meglio nelle situazioni che in partenza possono parere fin disperate. E se è vero che la cabala, a due passi dalla superstizione, potrebbe garantire anche quest’anno un’incredibile trasformazione: con i guai e i problemi che cambiano pian piano faccia, fino a diventare degli stupefacenti volani per consolidare l’unità del gruppo e far tirare fuori ai giocatori il proverbiale 101%. La chiave di qualsiasi successo. Il segreto della scorsa stagione.

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