TORINO - La regola che vale per i gol, conta anche per gli scatti fotografici: non tutti sono uguali. Se Edin Dzeko ha inaugurato l’album romanista con il delirio di Fiumicino, Mario Mandzukic ha cominciato l’avventura bianconera immortalando la Supercoppa italiana conquistata a Shanghai. Il neojuventino non sarà il tipo da attirare tremila persone all’aeroporto, ma se la Juventus per il “dopo Tevez” ha puntato forte su di lui, un motivo c’è. Un motivo scolpito nei numeri - che non dicono tutto ma difficilmente fanno prendere abbagli - e confermato anche in Cina, alla prima uscita ufficiale. Due occasioni (nel primo caso ha sprecato davanti a Marchetti) e un gol pesante, quello che ha indirizzato la truppa di Allegri ad aprire il nuovo ciclo tra le coriandolate. «Primo trofeo in bianconero», ha twittato il croato dallo spogliatoio di Shanghai, con tanto di foto di gruppo allegata. Avrebbe potuto sottolineare il primo timbro vero con la Juventus, invece è andato oltre. Non è stato un lapsus. E’ il suo spirito. Mandzukic agli applausi preferisce le Coppe, in perfetto stile Juve.
SPECIALISTA - Super Mario ha firmato la Supercoppa di Shanghai con una capocciata delle sue. Un film già visto. Quando segna, i trofei si alzano al cielo come aquiloni (19 Coppe in bacheca). Mandzukic ai tempi del Bayern ha vinto la Champions da protagonista (gol in finale contro il Borussia Dortmund). E delle Supercoppe è una garanzia: dopo averla vinta in Croazia e aver marchiato a fuoco quella tedesca e quella spagnola (con l’Atletico Madrid), si è ripetuto con quella italiana. Non ci sarebbe da stupirsi se uno come Mourinho, attentissimo ai dettagli, in caso di nuova vittoria in Premier o FA Cup, facesse un pensierino al neojuventino per vendicare la bruciatura dell’ultimo Community Shield.