Galeone: «Allegri ha ragione a chiedere qualità da Juve»

Il “consigliere” del tecnico bianconero: «Per continuare a vincere Max vuole alzare il livello tecnico con assi come Draxler»
Galeone: «Allegri ha ragione a chiedere qualità da Juve»© /AGENZIA ALDO LIVERANI SAS

TORINO - «Tanti Auguri Max. E complimenti, perché iniziare con una vittoria non è mai semplice». A celebrare l'odierno 48° compleanno di Massimiliano Allegri non è un collega qualunque, ma Giovanni Galeone, il tecnico che lanciò Max da calciatore, a Pescara, e poi da allenatore, nello staff dell'Udinese. Spesso Allegri ha definito le idee di Galeone come una fonte di ispirazione, e tra i due i contatti sono frequenti. «48 anni? Significa che l'ho incontrato a metà del suo percorso, e dire che quando arrivò al Pescara non lo conoscevo. Anzi, me lo tirarono dietro...».

Cosa ricorda di quell'estate 1991? «A Pescara volevamo Frederic Massara, ma il Pavia l'aveva promesso al Venezia. E per giustificare il repentino cambio di fronte, la presidentessa del Pavia Giusy Achilli inserì Allegri e disse: "Chiudiamo con il Pescara, perché loro acquistano due nostri giocatori". Non conoscevo Max, anzi mi chiedevo: "Ma di questo Allegri, che me ne faccio?". Un allenamento, e avevo già la risposta: era un calciatore vero e un leader. Da tecnico sta raccogliendo ciò che avrebbe meritato anche da giocatore». 

Lei sente spesso Allegri.

«Sì, è vero. Ho riparlato con lui, ha le idee chiare su come impostare una squadra che ha salutato Tevez, Vidal e Pirlo. Anche se nel caso di Pirlo il sostituto era già in casa: Marchisio brilla anche davanti alla difesa. E le idee chiare si sono viste già sabato: si dice sempre che chi vince la Supercoppa non ha conquistato nulla, però per chi la perde è sempre un mezzo disastro...». [...]

Quali auspici le ha espresso Allegri sul futuro della Juve?

«L'idea primaria è aumentare la qualità tecnica, e in questo si legge un acquisto come Dybala. Il mercato è stato ottimo, Mandzukic e Khedira non si discutono. Se la Juve vuole ripetersi in Champions, dovrà fare i conti con un altro ostacolo: non c'è più l'effetto sorpresa, gli avversari la conoscono e la studieranno. Non è come nell'ultima annata, in cui i bianconeri erano reduci da un'eliminazione al primo turno contro un Galatasaray tutt'altro che irresistibile. Per questo, la necessità è a livello di qualità, mentre lo spirito e la mentalità non sono una preoccupazione: sono doti nel Dna della Juve, dai tempi di Furino, Tardelli, Bettega, Scirea».

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