La Juve di Roma non perde mai

Lippi supera la sua squadra del 2003. Conte sfida Platini! Si vota anche oggi nel gioco virtuale dell’estate bianconera
La Juve di Roma non perde mai

TORINO - Non riesce proprio a perdere la Juventus del 1996: la squadra che cavalcò trionfalmente fino alla finale di Roma e vinse la Champions League superando l’Ajax ai rigori, vince anche la sfida contro la Juventus del 2003, una formazione stellare, con Nedved, Trezeguet, Del Piero in condizioni spettacolari, ma sfortunati nella finale di Manchester contro il Milan. Anche questa volta sfiora il successo, perché nel sondaggio di ieri l’ha spuntata per un soffio: 51% contro 49% e tifosi nuovamente spaccati nello scegliere fra due delle formazioni più amate della storia bianconera. L’immagine di Vialli che, con la maglia blustellata alza la Coppa dalle grandi orecchie nel cielo dell’Olimpico, è rimasta evidentemente più impressa di quella semifinale contro il Real Madrid, che esaltò al massimo le qualità della seconda Juventus di Marcello Lippi.

VOTA: Juventus 1984/1985 o Juventus 2013-2014: qual è la più forte?

PASSIONE BIANCONERA - E così il nostro gioco si avvia a completare il quadro delle semifinali. Il torneo virtuale nel quale ci siamo divertiti a confrontare le migliori otto Juventus degli ultimi cinquanta anni ha finora espresso tre squadre che si sfideranno per conquistare la finale, oggi ci sarà l’ultimo quarto e i tifosi dovranno, votando su Tuttosport.com, decidere chi è la più forte fra la Juventus del 1985, allenata da Giovanni Trapattoni e vincitrice della Coppacampioni nella tragica notte di Bruxelles e la Juventus del 2013-14, che guidata da Antonio Conte è arrivata a vincere lo scudetto con lo strabiliane record di 102 punti.

GUERRIERI E FUORICLASSE - La squadra del 1985 è stata sicuramente una delle più forti di sempre: Tacconi in porta, una difesa con Favero, Brio, Scirea e Cabrini in difesa e da centrocampo in su una serie di guerrieri e fuoriclasse da Tardelli a Boniek, passando per Briaschi e Rossi, fino - ovviamente - a Michel Platini e con due riserve d’eccezione come Vignola e Prandelli. Era l’evoluzione della squadra che aveva sfiorato la Coppa dei Campioni nel 1983, perdendo l’assurda finale di Atene contro l’Amburgo e riuscì dove quella aveva fallito. Purtroppo ci riuscì nella tragedia dell’Heysel che macchiò quel successo, nato da un percorso di vittorie e da una stagione che aveva visto la Juventus vincere anche la Supercoppa Europea, battendo in finale proprio il Liverpool (partita secca a Torino, 2-0 con doppietta di Zibì Boniek). Era una formazione che Trapattoni aveva plasmato intorno alla classe di Platini, per sfruttare anche il senso del gol di Rossi e il dinamismo furioso di Boniek, ma nella quale funzionavano alla grande anche i gregari come Bonini o Briaschi, che diventavano fondamentali nella gestione delle partite o nella soluzione di queste. Briaschi, in particolare, fu “eroico” nel giocare la maledetta finale di Bruxelles con un ginocchio malconcio: strinse i denti e per dare il suo contributo finì per comprometterlo quasi definitivamente.

GRINTA PURA - Insomma, è una Juventus, quella del 1985, che sa combattere come la terza Juve di Conte che dovrà sfidare nel sondaggio di oggi. Il tecnico del “triplete tricolore”, alla terza stagione di panchina bianconera, aveva ormai costruito una perfetta macchina da guerra che sapeva mischiare il perfezionismo tattico, ottenuto con gli estenuanti allenamenti a Vinovo con la spietata grinta trasmessa dall’allenatore.

NEO EUROPEO - Quella stagione ha un neo che si chiama Istanbul: la beffa della neve e la sconfitta contro il Galatasaray costata alla Juventus la qualificazione agli ottavi di finale di Champions League. Una pecca che i detrattori di Conte hanno sempre rinfaccianto all’attuale ct, anche perché nel proseguio della stagione europea, la Juventus fallì di un soffio la finale di Europa League, che si disputava proprio allo Stadium. Una campagna internazionale sfortunata, ampiamente bilanciata dalla vittoria del terzo scudetto consecutivo con una schiacciante superiorità sulla Roma, sconfitta due volte e lasciata a 17 punti di distacco. E’ la prima Juve di Carlitos Tevez che impega pochissimo tempo per farsi amare.

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