Scelte sbagliate

Sbilanciarsi in giudizi definitivi dopo appena 90 minuti e dopo una Supercoppa vinta in carrozza sarebbe pericoloso e ingiusto, attendersi qualcosa di più e di meglio dai campioni d’Italia un esercizio abbastanza scontato
Scelte sbagliate© www.imagephotoagency.it

TORINO - Raccontano le statistiche che prima di ieri (1-0 contro l’Udinese, gol di Thereau), la Juventus non avesse mai perso la prima partita di campionato in casa. Insomma, siamo intorno ai novant’anni o giù di lì, dal girone unico in avanti. Ma questo riscontro poco edificante è un dettaglio rispetto a ciò che sta dietro alla storica sconfitta di ieri; sconfitta che - lo diciamo subito - attribuisce alla sfida contro la Roma di domentica prossima un significato ancora più importante; sconfitta che - aggiungiamo - miniaturizza addirittura l’arrivo di Cuadrado, previsto per oggi. Persino i sassi e/o i fessi hanno capito che il colombiano non basta per rendere competitiva una squadra orfana di Pirlo, Tevez e Vidal, per di più svuotata da una serie di infortuni pesanti come possono essere quelli di Marchisio, Khedira e Morata. Certo, non esiste il beneficio della controprova, ma probabilmente se tutti e tre fossero stati in campo allo Stadium e non in tribuna, forse la partita contro i friulani avrebbe preso una piega diversa e non tanto clamorosa.

Sbilanciarsi in giudizi definitivi dopo appena 90 minuti e dopo una Supercoppa vinta in carrozza sarebbe pericoloso e ingiusto, attendersi qualcosa di più e di meglio dai campioni d’Italia un esercizio abbastanza scontato. A cominciare da Allegri. L’allenatore bianconero ci è sembrato in confusione e, in un certo senso, ha agevolato la sconfitta della Juventus. Padoin regista davanti alla difensa è un nonsenso che non prevede spiegazioni, l’inserimento di Isla in piena battaglia pure, il sacrificio di Dybala non ne parliamo. Se non ricordiamo male, in una intervista estiva Allegri ha sostenuto che gli schemi non servono un fico, però la palla lunga per la zucca di Mandzukic non può essere l’unico canovaccio di una squadra che giustamente ambisce a conquistare il quinto scudetto consecutivo e punta alla Champions League. Così, però, no. Così diventa tutto difficile e impraticabile. Compreso l’erroraccio di Lichtsteiner in occasione del gol di Thereau, sfuggito al controllo dello svizzero con l’intera retroguardia malpiazzata. Ecco perché, a una regolatina generale, va aggiunto un innesto di livello a centrocampo, il reparto che più di qualsiasi altro ieri ha messo in evidenza lacune strutturali. D’altronde, rinunciare in un colpo solo a Pirlo, Vidal e Marchisio, con Pogba in una posizione non sua e con atteggiamenti che non devono appartenergli, non è facile per nessuno. Nemmeno per la Juventus che ha imboccato la strada del rinnovamento.
Panchina

Allegri ha chiesto pazienza: umano e legittimo. Però la pazienza va pilotata. Coman accanto a Mandzukic, non aveva funzionato a Shanghai ed è stato riproposto in barba a chi aveva strombazzato la presenza di Dybala nel debutto allo Stadium. Il ragazzo che è costato 40 miliardi si è accomodato in panchina, alimentando due tipi di ragionamento: o in queste settimane di ammaraggio sul pianeta juventino è scivolato su qualche buccia di banana, dimostrando di non essere ancora pronto, o c’è necessità da parte del club di mettere in vetrina il francesino per venderlo in settimana al miglior offerente. E dire che il talento dell’argentino sarebbe servito per schiodare una partita non facile sotto il profilo tattico, con l’Udinese parecchio chiusa dietro, agevolata dalla pioggia battente e dal campo scivoloso, per lunghissimi tratti incapace di presentarsi dalle parti di Buffon. Ad esempio, Dybala avrebbe potuto occuparsi della trasformazione di due calci piazzati che fino all’anno scorso erano pane buono per Pirlo e Tevez; oppure avrebbe potuto innescare la manovra bianconera in maniera diversa, senza dover per forza passare per la testa di Mandzukic sia in fase di sponda sia in fase di finalizzazione. Dybala che ha fatto capolino in campo al minuto 20 della ripresa e almeno tre palloni intelligenti li ha giocati.
Gamba e fiato

Le sorprese, comunque, non sono finite qui. Perché Allegri ha preferito Pereyra a Sturaro, inventandosi Padoin davanti alla difesa in versione metronomo e concedendo eccessiva libertà a un leziosissimo Pogba. Il risultato è stato che, sempre tenuto conto delle difficoltà di cui sopra (Udinese chiusa, inclemenza atmosferica, assenze, eccetera eccetera), il gioco dei campioni d’Italia è stato pressante ma poco spettacolare, soprattutto poco concreto, malgrado le tre occasioni nel primo tempo (5’ Coman, 20’ Pereyra, 37’ Lichtsteiner)  e le altre tre (Padoin e due volte Mandzukic) nella ripresa. Proprio quando pareva che gli assalti bianconeri potessero fare breccia è giunto il contropiede micidiale dell’Udinese e la stoccata di Thereau. La sensazione è che ai campioni d’Italia siano venute a mancare all’improvviso gamba e fiato, che la confusione abbia preso il sopravvento su tutto e su tutti, che abbiano assunto dimensioni spropositate le mancanze di Péirlo e Tevez, gli uomini che un anno fa cavavano la Juventus dagli impicci con la loro classe e le loro giocate. E’ il motivo per il quale Cuadrado - ehi, Conte, non prendertela troppo - non è sufficiente. C’è bisogno di altro là nel mezzo, aspettando la Roma e ciò che questa partita si porta appresso...

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