È la Juve del 1985 la più forte di tutte

Nel nostro torneo virtuale, il popolo bianconero ha scelto la squadra di Scirea, con Platini, Boniek e Paolo Rossi
È la Juve del 1985 la più forte di tutte© ©Lapresse

TORINO - E’ stato divertente. E per certi versi sorprendente: la Juventus più forte degli ultimi cinquant’anni è quella della stagione 1984-85, allenata da Giovanni Trapattoni e capitanata da Gaetano Scirea che ha superato quella del 2005-06 targata Capello e Ibrahimovic. Lo hanno deciso i tifosi che da una settimana hanno votato giorno per giorno, sviluppando il tabellone con le otto candidate, ovvero le Juventus più forti e vincenti dal 1975 a oggi. Un gioco che ha appassionato i tifosi, innescato discussioni e dibattiti, gli stessi che inizieranno oggi intorno al risultato finale, che premia la squadra che vinse la Coppa dei Campioni maledetta dalla notte di Bruxelles. Una tragedia che ha macchiato indelebilmente quel successo, ma che non ha cancellato l’amore della gente bianconera per una squadra che aveva regalato un sogno, prima che diventasse incubo.

Gruppo perfetto
La Juventus del 1984-85 era un gruppo giunto al culmine di un ciclo spettacolare iniziato nel 1982-83, quando una squadra formata da sei campioni del mondo (Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli e Rossi), Platini, Boniek, Furino e Bettega riuscì in una specie di impresa all’incontrario, perdendo la finale di Coppa dei Campioni ad Atene contro un Amburgo infinitamente inferiore. Quella Juventus non aveva perso nemmeno una partita nella sua cavalcata europea. Fu costretta ad accontentarsi della Coppa Italia in quella prima stagione di Platini, ma seguì un triennio micidiale: doppietta nel 1983-84 con lo scudetto e la Coppa delle Coppe, vinta a Basilea sul Porto, la vittoria della Supercoppa Europea (in finale proprio con il Liverpool, superato per 2-0) e della Coppa dei Campioni nel 1984-85 e ancora scudetto, con l’incredibile rimonta sulla Roma nel 1985-86. Era il coronamento di un periodo iniziato negli Anni 70, che aveva consolidato il dominio assoluto dei bianconeri in Italia e la loro consacrazione in Europa. Da quel momento, passò un decennio prima che i tifosi bianconeri potessero riassaporare quei successi, con il primo ciclo di Lippi.

Mix equilibrato
La squadra di Trapattoni del 1985 era un misto di classe e gregari di carattere, forse meno tecnica e forte di quella del 1983, ma più cinica ed esperta in Europa. Platini ne era diventato ormai il leader assoluto (nella prima stagione non erano mancati gli attriti con qualche italiano) e aveva perfezionato l’intesa con gli altri attaccanti, in particolare con Zibì Boniek che a volte giocava in simbiosi con il francese. Paolo Rossi, Marco Tardelli e Antonio Cabrini erano ancora fra i migliori del mondo (se non proprio i migliori) nel loro ruolo. Mentre la difesa, che aveva perso il marcatore per eccellenza (Claudio Gentile, sostituito dall’umile ma efficacissimo Favero) poteva contare sulla straordinaria saggezza tattica (e non solo tattica...) di Gaetano Scirea, capitano che sapeva tenere insieme uno spogliatoio di forti personalità, parlando pochissimo e dando sempre il buon esempio. E poi c’erano degli attori non protagonisti, ma fondamentali per il romanzo di quella stagione: Beniamino Vignola, la cui classe venne offuscata dall’astro di Platini, di cui spesso riusciva a non far sentire la mancanza o con il quale riusciva a integrarsi per raffinatissime giocate. E c’era anche Massimo Briaschi, attaccante duttilissimo in grado di giocare anche come esterno offensivo e che proprio nella maledetta finale dell’Heysel giocò stringendo i denti per un malanno al ginocchio. Impossibile, poi, non nominare Massimo Bonini, il mediano che permetteva a Platini di essere libero di inventare: polmoni e grinta che lo stesso Michel elogiava in continuazione (leggendaria la risposta a chi, in un ritiro prepartita rimproverava al francese una sigaretta di troppo: «Basta che non fumi Bonini»). E infine un certo Cesare Prandelli, l’uomo più flessibile a disposizione del Trap, un coltellino svizzero tattico che risolse molto problemi non solo in quella stagione. E’ questa la Juventus più amata e al di là dei successi non è un caso...

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