Buffon: lo scudetto, la Coppa e… Scirea

Il portiere festeggia 20 anni di Serie A e punta la leggenda bianconera

TORINO - Sempre più lanciato dentro la storia della Juventus. E non solo per quanto riguarda i successi (manca solo la Champions League per completare l’opera) ma anche sotto l’aspetto dei numeri: Gigi Buffun ha esordito in serie A il 19-11-1995 e tra due mesi raggiungerà i 20 anni di serie A. Vanta con vanto (e non è un gioco di parole) 593 presenze in serie A sulle 763 in generale ed è il terzo giocatore più... juventino. Prima di lui Alessandro Del Piero (705: a questo punto difficilissimo da raggiungere) e Gaetano Scirea (con 552).E proprio il grande e indimenticabile Gaetano è nel mirino del portierone che con 15 partite lo può raggiungere e 16 superare. Traguardo alla portata addirittura entro la fine dell’anno. In questa stagione ha scavalcato un’altra bandiera come Furino. Insomma, sta per (ri)partire una stagione particolare. Anche sotto l’aspetto unamo visto che sta per diventare papà per la terza volta da Claudia D’Amico dopo gli arrivi di Louis Thomas e David Lee avuti da Alena Seredova. Un’altra emzione, di nuovo papà. E Mediaset rivela che Super Gigi ha acquistato a Milano un attico nel centro con vista Parco e Madunina. Due case. Una a Torino e una a Milano. Per stare vicino ai suoi figli.

Grande futuro
Gigi Buffon, nei giorni precedenti, da buon capitano ha delineato la strada da percorrere. La ricordiamo. «Quest’anno è un esperienza particolare. Dopo quattro anni sono cambiate molte situazioni, sono andati via tanti giocatori ma ne sono arrivati altrettanti buoni, con una conoscenza del nostro calcio e dei compagni minori. Ci vuole solo un po’ di pazienza. Non saprei dirvi se questa squadra sia più o meno forte di quella delle ultime stagioni che ha conquistato tutto, ma su una cosa non ho dubbi: il futuro è della Juve. Abbiamo acquistato i giocatori migliori che erano in circolazione, non so se si vincerà subito, ma credo che nei prossimi cinque anni riusciremo a sollevare di nuovo tre trofei in dodici mesi. La dirigenza ha avuto il coraggio di osare. Non si può vincere sempre, quando cambi così tanto corri sempre dei rischi, questo però non significa chemolleremo la presa. Vorremmo continuare a stupire ed entrare ancor di più nella storia della Juve, ma sappiamo che sarà più difficile. Ci proveremo, comunque

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