Punta a imitare Messi - Finalmente: possono ben dirlo tutti coloro che sono rimasti impressionati dall’impatto che Dybala ha avuto sia in Supercoppa (a parte la bomba di sinistro sotto la traversa), sia una settimana fa contro l’Udinese allo Stadium (Juve illuminata dall’ingresso dell’ex Palermo al posto di uno snervante Kingsley Coman a metà ripresa). Finalmente, perché Paulo si è meritato l’occasione, perché ci ha sempre creduto, perché nella capitale non disputerà la partita della vita, però... Però Dybala non sa cosa significhi la parola “timidezza”: del resto, lui ha già fatto male alla Roma. Era il 17 gennaio, a Palermo, Davide Astori sbaglia e il piccolino fredda i giallorossi, senza pietà. Quella sera, dietro il peperino di Laguna Larga, giostrava tale Franco Vazquez che con l’ormai ex compagno ha parecchio in comune: le molteplici nazionalità (i passaporti italiano e argentino) e il fatto di essere stati obiettivi di Beppe Marotta e Fabio Paratici. Uno è stato portato a casa, l’altro sarà magari opzionato in tempi successivi. Tornando alla sfida del Barbera, Dybala era stato schierato da prima punta, dando ragione alle convinzioni tattiche di Massimiliano Allegri: «Paulo fa fatica a giocare dietro le punte. Ha qualità straordinarie, ma deve ambientarsi bene e fare il suo percorso di crescita». Ecco, oggi l’argentino che idolatra Leo Messi si prenderà l’attacco dei campioni d’Italia sulle spalle. L’importante sarà evitare giochi di prestigio inutili, come in Supercoppa quando mandò Allegri su tutte le furie: «Il mister si è arrabbiato con me perché ho provato un tunnel e ho perso palla. Ma pensavo che il pallone sarebbe passato, mi spiace e gli chiedo scusa». Contro la Roma, contro chi avrebbe voluto ingaggiarlo a discapito della Juve, non è tempo di «gigioneggiare»: verbo detestato dal suo allenatore, già incollerito contro gli infruttuosi arabeschi di Paul Pogba.