PARIGI - Lo sguardo amaro si può solo immaginare, per il resto non serve fantasticare. Didier Deschamps ha osservato con attenzione Roma-Juve sabato scorso, da osservatore attento e interessato del mondo bianconero, ma anche da tifoso, visti i suoi trionfi passati tra campo e panchina. La prova sottotono di Paul Pogba non poteva passare inosservata agli occhi di chi da tre anni ormai gli da fiducia, lo coccola, lo protegge e lo fa crescere in parallelo con gli allenatori bianconeri. Il momento è difficile, la Juve fatica, soprattutto a centrocampo e Pogba è il bersaglio più facile da colpire. Vuoi per quella maglia numero 10, vuoi per quelle offerte incredibili di fronte a cui la Juve continua ad alzare un muro per tenersi stretta il suo campione.
IMMAGINE JUVE - Critiche che non vanno proprio giù a Deschamps, che si erge a scudo del suo baby fenomeno: «Non sono né deluso né preoccupato di queste sue prime partite. Paul è l'immagine della squadra che soffre in questo inizio stagione. Evidentemente non si rimpiazza mica facilmente qualcuno del calibro di Pirlo, Vidal e Tevez. Ci sono automatismi che funzionavano da 2 anni e oggi l'equilibrio è meno presente. Aggiungo anche che mancava anche Marchisio, che non aiuta».