Montero: «Io credo in questa Juve. E ora che è arrabbiata...»

L'ex difensore: «Ha cambiato molto, ma resta forte e le due sconfitte caricano, così come Berlino»

TORINO - Buongiorno Montero, a Torino la aspettavano per affrontare il Boca: «Sono a Torino da domenica e sono emozionato come sempre. Tornare a Torino è un viaggio del cuore, sempre. Mi riempie d’orgoglio l’idea che si ricordino ancora di me».

Sarebbe strano il contrario: lei continua a essere un idolo per i tifosi bianconeri.

«Lo so, lo so. E io sono uno di loro. Sono diventato un tifoso della Juventus e lo sono ancora, a 13.000 chilometri di distanza. Non perdo una partita in tv insieme alla mia famiglia: campionato e Champions».

Un amore che non finisce...

«Ed è nato dall’odio. Perché io sono diventato tifoso della Juventus perché era la squadra più odiata e questo mi ha convinto».

Scelta da duro. A proposito, si dice che la formazione di quest’anno manchi di qualcuno come lei, avendo perso il carisma di Tevez, Pirlo e Vidal. Che ne pensa?

«Mi sembra che siano rimasti giocatori di carattere, a partire da Gigi. E credo che i tanti giovani presi dalla Juventus aggiungano entusiasmo e voglia di dimostrare qualcosa. Credo che la dirigenza abbia programmato molto bene e abbia costruito una squadra forte. Anche questa è una Juve che vale, basta avere pazienza».

Quella che di solito non hanno i tifosi bianconeri, lei lo sa bene.

«Il pubblico della Juventus è abituato a vincere, lottando fino in fondo in tutte le competizioni. E’ giusto così, perché la Juventus deve vincere, è scritto nella sua storia, ma credo che i tifosi abbiamo capito la situazione e sosterranno questa nuova squadra mentre cresce. Vedrete, alla fine vincerà o comunque lotterà su tutti i fronti fino alla fine. Magari anche in Champions League».

Brucia ancora la finale di Berlino?

«No, anzi... Io non sono rimasto del tutto deluso, per poco la Juventus non vinceva quella partita. E’ stata all’altezza del Barcellona».

E lei sa come ci si sente dopo una finale persa per poco...

«Sì, di merda».

E’ più forte il contraccolpo psicologico della sconfitta o la voglia di rivincita?

«La voglia di rivincita. Quando perdi una finale sei morto, ma subito dopo vuoi cancellare quella sensazione con una vittoria».

La finale di Manchester è il più grande rimpianto della sua carriera?

«Può dirlo forte! Me lo ricordo quasi ogni giorno. E quando non me lo ricordoio io, me lo ricordano i miei figli!»

In che senso?

«Sono crudeli! (ride) Ogni tanto mi chiamano e mi fanno vedere su Youtube il rigore che ho sbagliato. Due piccoli diavoli (ride)».

Eppure in quella edizione della Champions qualcosa di buono ha combinato: come fermare l’attacco del Real Madrid galattico.

«Ho fermato il mio amico Zidane! Il più grande di tutti. Ma i miei figli mi fanno vedere il rigore (ride)». A proposito di trequartisti, cosa ne pensa di Hernanes? I tifosi della Juventus si dividono. «Hernanes per me è forte. Mi piace e farà bene. Bisogna avere pazienza».

Certo, due sconfitte alle prime due...

«La Juventus sarà ancora più motivata, più arrabbiata. Conosco quell’ambiente: due sconfitte possono caricare». 

Per lo scudetto è sempre favorita la Juventus per lei?

«Sì. La Juventus e la Roma. Dopo aver visto la partita di domenica scorsa mi sono convinto che sarà una sfida fra queste due squadre. E i sei punti di distacco fra la Juventus e il primo posto non credo che siano un problema. Negli ultimi anni hanno sempre vinto con 15/16 punti di distacco, hanno tutte le possibilità di rimontare. Ripeto: ci vuole pazienza».

In testa alla classifica c’è anche il Torino: lei è sempre stato amico dei tifosi granata, contento per loro?

«Mi dà allegria. Il derby non glielo farei mai vincere e vorrei che la Juventus arrivasse sempre davanti a loro, ma vederli in testa mi fa sorridere. Tanto il derby lo vinciamo noi! Anzi, scriva così: caro Tati (un ultrà granata, vecchio amico di Montero), bravo sei in testa, ma tanto il derby lo perdi! Così si arrabbiano! Uh, come si arrabbiano. Scherzi a parte, io voglio sempre battere il Torino, ma ho grande rispetto per la sua gente e per la sua storia. I derby dovrebbero essere così: cattiveria in campo, rispetto fuori. Mai violenza».

E’ pronto per la sfida di martedì con il Boca?

«Certo. Ogni giorno corro per circa un’ora e mi mantengo in forma».

Ha già sentito qualche sue ex compagno per stabilire una tattica?

«Ma noooo! Dobbiamo divertirci, non c’è tattica. E comunque i miei ex compagni li sento regolarmente. Mi scambio messaggi con Edgar (Davids), con Zizou, con Tudor, Mirkovic, Iuliano... sono rimasto amico di tutti e ci sentiamo spesso. Incontrarci di nuovo in campo è un regalo speciale, qualcosa di emozionante, così come risentire l’affetto della gente che non dimentica».

A parte correre un’ora al giorno, che cosa fa adesso?

«Sto cercando di fare l’allenatore. Ho finito il corso in Uruguay, devo trovare una squadra».

Perché non la cerca in Italia?

«Perché il mio patentino non vale in Europa».

Dovrebbe andare a Coverciano, c’è Conte...

(ride) «Può essere una buona idea. E lui il grande capo, no? Adesso però vi saluto, devo andare a dormire. Ci vediamo a Torino».

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