Roberto Carlos: «Sì, Alex Sandro è il mio erede»

L’ex campione del Real Madrid e della Seleçao racconta caratteristiche e potenzialità dei nuovi brasiliani bianconeri
Roberto Carlos: «Sì, Alex Sandro è il mio erede»© LaPresse

TORINO - Alex Sandro è sbarcato alla Juventus con due etichette pesanti. Una riguarda il prezzo (i bianconeri lo hanno pagato 26 milioni al Porto) e l’altra il soprannome che si porta dietro dai tempi in cui, giovanissimo, giocava nel Santos di un certo Neymar. «Alex Sandro è un nuovo Roberto Carlos», profetizzarono in Brasile. Accostamento che lusinga lo juventino, cresciuto con il mito dello storico terzino campione del mondo, dagli esperti considerato uno dei top del ruolo degli ultimi venti anni. «Mi ispiro a lui e ad Evra», ha confermato a più riprese il neoacquisto. Dopo tanti paragoni firmati da pareri illustri, stavolta a “investire” Alex Sandro è stato Roberto Carlos in persona: «E’ vero, mi somiglia. E se continua così può diventare il mio successore», assicura l’ex stella di Inter e Real Madrid, da qualche anno passato dal campo alla panchina, mantenendo però lo stesso spirito avventuriero. In questo periodo Roberto Carlos si trova in Svezia, a Göteborg, impegnato nel precampionato dei Delhi Dynamos, la squadra indiana che allena da inizio anno. Lontano sì, ma sempre sintonizzato sul calcio brasiliano e su quello europeo: non potrebbe essere diversamente dopo undici stagioni al Bernabeu (con 370 presenze e 3 Champions vinte) e 125 partite con la Seleçao.

Roberto Carlos, in Italia - e in modo particolare alla Juventus - sono tutti curiosi di vedere all’opera in serie A il suo connazionale Alex Sandro.
«Vedrete, rimarrete soddisfatti. E’ un bravo ragazzo, sveglio. Io l’ho visto giocare sia quelle poche volte che è stato protagonista con la Nazionale e sia nel Porto».

Alla Juventus è sbarcato con l’etichetta di “mister 26 milioni”: ma è davvero forte come lo era lei?
«E’ un terzino tecnico e moderno, uno che difende e attacca. In Brasile lo accostano a me e a dire la verità io un po’ mi rivedo in Alex Sandro».

Dobbiamo aspettarci dei “missili” di sinistro come erano i suoi tiri?
«Beh no, quello no: non calcia come me, anche perché sono in pochi a possedere il mio tiro... (risata)».

A parte il modo di calciare?
«Per il resto abbiamo diverse caratteristiche comuni. Anzi, nei cross devo ammettere che Alex Sandro forse è ancora più preciso di quanto fossi io. E’ davvero una delle sue specialità. I suoi traversoni più che forti sono quasi sempre palloni invitanti per gli attaccanti. Un bel vantaggio per Mandzukic e Morata: sicuramente Alex Sandro è un laterale abile nel fornire assist».

Tutti ne parlano bene, compreso il commissario tecnico Dunga, però Alex Sandro continua a non far parte della Nazionale brasiliana. Perché?
«Il motivo è abbastanza semplice: abbiamo tanti giocatori di livello in quel ruolo, gente come Marcelo del Real Madrid e Filipe Luis dell’Atletico. Alex Sandro durante gli anni al Porto è migliorato e l’esperienza alla Juventus lo aiuterà a crescere ulteriormente».

Dunga in una intervista a Tuttosport ha detto: «Grazie alla Juve, Alex Sandro può riconquistare la Seleçao: lo seguirò».
«Sono convinto anche io che andrà a finire così. Il campionato italiano lo migliorerà. E poi...».

E poi?
«La Juve, assieme a Inter, Milan, Real e Barcellona, è una delle squadre più seguite in Brasile: tutti guardano le partite dei bianconeri. E se fai bene in questi club, poi il tuo valore risalta ancora di più».

Lei all’Inter è rimasto soltanto un anno, stagione 1995-96: ancora adesso si parla di uno degli autogol di mercato più grossi degli ultimi venti anni.  
«Comunque una stagione importante, fondamentale per la mia crescita. Moratti si è sempre comportato in maniera fantastica con me. E grazie a quell’anno sarò sempre un po’ interista, almeno quando si parla di calcio italiano. In generale, però, mi sento tifoso del Real: così tanti anni al Madrid ti restano dentro». 

La colpa del suo addio dall’Inter è sempre stata attribuita a Hodgson...
«Non parlerei di colpe: semplicemente si presentò il Real Madrid».

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