Juve, la rabbia di Buffon e Bonucci. E il saliscendi dei tifosi dal... carro

I tifosi si dividono sui social network, tra pessimisti cosmici e ottimisti

TORINO - È una vecchia storia: la Juventus ci è passata decine di volte. I tifosi dimenticano in fretta quello che hanno vinto e sembrano non scordare mai quello che vogliono vincere. In fondo è un atteggiamento che ricalca fedelmente la filosofia del club, mai troppi incline a riposare sugli allori e sempre proiettato verso il traguardo successivo. A volte però può irritare la sensibilità sente bruciare l'irriconoscenza tifosa sulla sua pelle bianconera. «Facile applaudire quando tutto va bene», si sfoga Bonucci con stizza, rivolgendosi ai tifosi via Instagram. «Adesso abbiamo bisogno di voi», ha urlato Buffon alla fine del primo tempo di Juventus-Chievo, all'insorgere dei primi fischi.

E I TIFOSI SI SPACCANO - Il buco delloa serratura dei social network permette di osservare le dinamiche bianconere: dai pessimisti cosmici del «moriremo tutti (e in Serie B)» a chi crede in un'imminente resurrezione. In mezzo ben più di cinquanta sfumature di (umore) grigio, ma un'unica presenza costante: quella del "carro", da cui si sale e si scende e che diventa uno dei più infuocati oggetti di discussione. «Quante persone scendono dal carro: finalmente, così rimangono i veri juventini», uno dei concetti reiterati in post, tweet e commenti di chi, negli ultimi anni, ha visto ingrossarsi le file degli entusiasti e si scopre, dopo due sconfitte e un pareggino, circondato da scettici e criticoni. D'altra parte, quelli che criticano rivendicano il loro diritto a pensiero e parola. «Tifoso non vuol dire accettare passivamente, ma anche poter esprimere dubbi e perplessità». E l'ancestrale dibattito juventino va avanti, fino alla prossima vittoria che, di solito, mette d'accordo tutti.

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