Buffon: «Dobbiamo ritrovarci, torneremo la vera Juve»

Il portiere nella conferenza stampa alla vigilia del debutto stagionale in Champions League: «Il momento è quello che è, ma chi si piange addosso mi dà fastidio»

MANCHESTER (INGHILTERRA) - Buonasera Buffon, davanti a una partita così importante hai più timore o più carica per affrontarla? «Sicuramente c’è un grande entusiasmo per la partita di domani. primo perché è la prima volta in questo stadio, secondo perché il City è una delle papabili alla vittoria finale di questa coppa, di conseguenza sarà bello con un test così probante e misurarsi nuovamente in Europa».

Consigli ai giovani?
«Consigli non se ne danno. La cosa più importante è riconoscerci, ritrovarci: sapere qual è il nostro valore e condividere un obiettivo, sapere cioè dove vogliamo andare».

FOTO - LA JUVE ALL'ETIHAD STADIUM

Il City perde Aguero, ma restano altri attaccanti pericolosi… E’ fra le prime tre d’Europa?
«I cinque attaccanti del City potrebbero essere titolari nelle prime cinque d’Europa. la nostra fortuna è che ne possono giocare solamente tre… In fondo sembra proprio uno spreco».

È il momento giusto per affrontare il City?
«Il momento è quello che è, ma chi si piange addosso mi dà fastidio. Nella Juventus ci vuole orgoglio, anche perché siamo una squadra forte e futuribile, ma anche con un presente importante, non appena riusciremo ad allenarci con continuità tutti insieme. Fra tanti alibi e verità c’è anche il fatto che tutti e 25 ci siamo allenati solo due o tre giorni. Noi dovremmo essere bravi ad accorciare i tempi di conoscenza, ma le stagioni durano dieci mesi e mezzo e sono molto lunghe… Adesso non siamo certo soddisfatti, ma non dobbiamo piangersi addosso. Quello non esiste».

Vuoi parlare del messaggio che hai lanciato nell’intervallo di Juve-Chievo ai tifosi? «E’ stato un modo per cercare di difendere i compagni più giovani che sono al primo anno di Juve, che avranno sicuramente affrontato delle difficoltà ma vestire la maglia della Juventus ti porta in un altro mondo. Il giudizio dei tifosi è insindacabile e ogni può esprimersi nel modo che ritiene più opportuno, ma in quel momento c’era urgente bisogno di compattezza. Infatti non era un rimprovero, ma una richiesta: impegniamoci tutti per il bene della Juve».

L’avevi detto anche in Cina: quest’anno si faticherà di più. Così tanto?
«Beh, tutti ci aspettavamo di più. E fa specie vedere la Juventus che stenta, ma ci sono motivazioni validi e qualche colpa dei singoli. Non vogliamo accampare scuse: giusto così. Dobbiamo focalizzare le problematiche a livello di squadra a capire cosa si può dare di più singolarmente».

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Questa partita serve a capire chi siete?
«Lo scopriremo solo giocando, ma so come sarà la Juventus da qui a poco. E sarà una squadra che tornerà a confermare le belle prestazioni e le belle partite che ha fatto fino qualche mese fa. Perché alla fine siamo un gruppo di giocatori, tecnici e dirigenti che rema dalla stessa parte. Adesso avremo un mese importante per capire cosa siamo».

Una buona ragione per non avere paura del City.
«Forse abbiamo dato per scontato troppe cose, dopo la Supercoppa. Pensavamo che tutto si sarebbe ricalcato sulle stagioni precedenti. Il cammino in Champions dell’anno scorso è stato fantastico. Adesso lo riprendiamo cercando di dare dei segnali di coesione e di essere squadra, magari con l’aiuto dei nuovi. Quello che vogliamo fare è giocare a calcio».

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