Hernanes: «Juve, per te posso giocare in ogni ruolo»

Si è presentato a Torino da trequartista, all’Etihad ha dato equilibrio alla squadra da regista: «Concludo meno, ma va bene così»
TORINO - «Sono arrivato alla Juve per fare il trequartista». Così, Hernanes, svestendo i panni nerazzurri si presentava all’ambiente bianconero. Beh, c’è da dire che forse il brasiliano è più preciso su calcio da fermo che non a parole («Non andrò alla Juve», sentenziava una manciata di giorni prima di passare ai campioni d’Italia). Da una parte va comunque compreso, dall’altra applaudito, Hernanes: il mercato ha dinamiche complesse e la smentita può essere strategica, mentre il fatto che pur candidandosi quale trequartista bianconero, all’Etihad si sia mosso bene da regista davanti alla difesa, non fa che esaltarne l’eclettismo. «In carriera ho iniziato a giocare nella posizione occupata contro il City - spiega Hernanes -, quindi non ho problemi a muovermi anche da regista. In Italia non l’ho fatto spesso, devo sacrificare la voglia di andare al tiro, però giocare alle spalle dei centrocampisti, avendo tutto il campo davanti, mi piace parecchio». E allora eccola, la nuova collocazione tattica dell’ex Lazio e Inter: frangiflutti davanti alla difesa con licenza di impostare l’azione. A Manchester, di Hernanes, ha convinto soprattutto la capacità in interdizione. Al cospetto di un rompiscatole come Silva, furetto rapido, tecnico e creativo che il sudamericano ha saputo imbrigliare. Chiudendo la prova contro il City dei tre fantasisti (appunto Silva, più Sterling e l’incompiuto Nasri) sormontati da un centravanti (l’impreciso Bony, a causa dei mezzi acciacchi del subentrato Aguero), con la palma di miglior recupera palloni. Ben undici gli interventi nei quali il brasiliano ha rubato palla agli inglesi e fatto ripartire l’azione bianconera. Tanta roba davvero, al cospetto di una squadra iperoffensiva e reduce da un percorso in campionato opposto a quello dei bianconeri: cinque vittorie su cinque contro due sconfitte e un pareggio, questo il trend di City e Juve prima dell’incrocio europeo che ha ribaltato il presente dei campioni d’Italia.

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