Pogba da 10: «Senza Pirlo ora è la Juve del gruppo»

Il centrocampista francese: «Con Tevez, Vidal e Andrea eravamo più individualisti»
Pogba-Cuadrado, che balletto per festeggiare il gol!

GENOVA - Magari in estate il primo gol con il 10 sulle spalle lo aveva sognato in modo diverso. Un missile dei suoi o una giocata da “palla c'è, palla non c'è”. I sogni sono una cosa, la realtà un'altra. E il nuovo Paul Pogba, più responsabilizzato e concreto, sembra essere sempre più attratto da ciò che è efficace. Prima il quadro e poi la cornice. Sensazione confermata dopo il gol e mezzo con cui ha battuto il Genoa e regalato alla Juventus la prima vittoria del campionato. Già, perché il Polpo ha viziato l'autogol di Lamanna (una rete mangiata, per sua stessa ammissione) e poi ha chiuso la partita su rigore, battendo quello specialista rossoblù che lo scorso anno aveva neutralizzato sua maestà Carlitos Tevez. Un uno-due vissuto come una liberazione. Prima il balletto con Cuadrado, altro appassionato della pista da ballo, e in seguito (dopo il gol autentico, quello su rigore) una corsa sotto la gradinata nord con tanto di mano all'orecchio e palmo a spolverare i tanti stemmi di trofei appiccicati sulla casacca. Una gestualità che ha fatto infuriare i tifosi rossoblù. L'arbitro lo ha punito con il cartellino giallo: «Non ho capito perché mi abbia ammonito - ha spiegato il francese nel post gara - non me lo aspettavo proprio. Io ho portato la mano all'orecchio come avevo fatto lo scorso anno contro il Sassuolo. Non volevo provocare». Oltre che ai tifosi, l'esultanza è andata di traverso pure alla panchina del Genoa, calmatasi soltanto dopo l'intervento dei "mediatori di pace" Evra e Chiellini.

PRIMO 10 - Ma più che l'episodio in sé, conta che Pogba abbia rotto il ghiaccio con la maglia numero dieci, zittendo lo scetticismo crescente degli ultimi tempi: «So bene - continua il centrocampista - che si tratta di una maglia pesante, in passato indossata da Platini e da altri big. So che è importante e lo devo dimostrare ogni partita sul campo, ma quello che più conta è la squadra. Segnare un gol è sempre bello, ma realizzarlo con il 10 o con il 3 è la stessa cosa. L'importante è che la palla sia andata dentro e che la squadra sia tornata a vincere». Sembra sincero, Pogba, e tutt'altro che emozionato per quello che comunque rimarrà nella storia come un sigillo diverso, il primo da numero 10.  [...]

IL DOPO TEVEZ-PIRLO - Tanto il gol autentico è tardato poco ed arrivato su rigore (il primo in bianconero del Polpo), pure quello una eredità lasciatagli dai vari Pirlo, Tevez e Vidal: «No, non ho mai pensato che senza di loro fosse finita. Mi sono detto: adesso tocca a tutti. Con Carlos, Arturo e Andrea eravamo più individualisti, nel senso che grazie alle loro qualità e alle loro giocate potevamo risolvere le partite da un momento all'altro. Adesso dobbiamo giocare più di squadra. Io devo dare il massimo sia nel creare occasioni che negli inserimenti. Il gruppo ha fiducia in me e voglio ripagarlo». Parole da leader, come quelle che dispensa per Lemina, contro il Genoa all'esordio assoluto in bianconero: «Mi sono trovato a mio agio con Mario, gli faccio i complimenti per come si è mosso. Esordire contro i rossoblù, oltretutto a Marassi, non è facile. E' stato un debutto positivo»

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