Khedira: «Io nuovo leader? No, ne servono 11 alla Juve»

Il tedesco: «Mi sento già a casa, ma la differenza la fa il gruppo»
Khedira: «Io nuovo leader? No, ne servono 11 alla Juve»© LaPresse

TORINO -  Sami Khedira è l'esempio che tutto è possibile per questa Juventus, compresa quella rimonta scudetto che grazie al ritorno in campo dell'ex Real diventa più concreta e meno utopistica. Il tedesco si è preso la Juve in due partite (ieri ha addirittura segnato il 3-1 dopo aver propiziato il gol dell’1-0 di Morata), come se ai box per infortunio fosse stato una settimana e non due mesi. Per la Germania sarà anche il momento peggiore a livello di affidabilità automobilistica, ma in 180 minuti l'ennesimo parametro d'oro (Marotta lo ha ingaggiato gratis dalla Casa Blanca) ha confermato di rappresentare l'essenzialità e l'efficacia fatta persona, qualità un tempo tanto sbandierata dalle parti di Berlino. Già, Khedira è un motore che quando avrà raggiunto i giri giusti allevierà sempre di più anche la nostalgia di due totem come Pirlo e Vidal. Non è bello come il maestro azzurro e non è cattivo come il guerriero cileno, ma è dotato di una personalità e di un’intelligenza tattica da far invidia ai migliori del mondo. Rende tutto semplice e non spreca mai una palla in nome dell'estetica fine a se stessa. Non a caso - come ripete spesso Allegri, che lo ha aspettato come un messia - parliamo di un campione del mondo e di uno che, per cinque stagioni, ha convissuto con un Bernabeu non sempre tenero nei suoi confronti. Di Mourinho, però, è sempre stato un pretoriano e questa è una bella garanzia pure per la Juventus, che col suo rientro - guarda un po' - ha realizzato sei punti in due partite. «Matematica? No, è merito della squadra, non solo mio», ribatte Khedira.

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