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Quando Sami Khedira ha segnato il suo primo gol juventino (quello del 3-1 al Bologna), in molti hanno ripensato a quell’Andreas Moeller protagonista in bianconero a inizio anni novanta. Come in un film, ieri l’ex trequartista tedesco si è materializzato alle porte di Torino, a Fiano. Nessuna carrambata, Moeller ha partecipato al “Turkish Airlines Football Legends European Golf Championship”. Appuntamento sul green del Royal Park I Roveri, dove per beneficenza si sono ritrovate tante leggende del mondo del pallone. L’ex Juve e Borussia Dortmund tra le buche del circolo di “casa Agnelli” si è disimpegnato assieme a un certo Pavel Nedved. Moeller, partiamo da Khedira. «Non siamo in contatto, ma lo sto seguendo: ho visto che è rientrato bene, con un assist e un gol». Soprattutto ha avuto un impatto incredibile sulla squadra. Sorpreso? «Per niente. Khedira sta tornando al top: è uno specialista del ruolo, uno dei migliori mediani difensivi in circolazione. Sami è anche un leader, uno che parla e viene ascoltato dai compagni. Nella Germania è un trascinatore, il ct Loew ha molta fiducia in lui». Può essere l’uomo che farà compiere il salto di qualità ai bianconeri? «Certo. Khedira garantisce esperienza e potenza, è un martello. Negli ultimi tempi ha giocato poco a causa degli infortuni, ma vedrete quando raggiungerà la migliore condizione fisica...». Khedira-Marchisio-Pogba: è il centrocampo bianconero. Diventerà uno dei migliori d’Europa? «Non lo so, difficile dirlo. Sicuramente Pogba ha giocato in modo eccezionale negli ultimi anni. La storia che è un talento è finita, ora Paul è un uomo e deve confermare di essere un fuoriclasse, un leader. Senza Pirlo, Vidal e Tevez deve abituarsi ad avere maggiori responsabilità».