È la sfida della verità: Inter-Juve notte da Expo

Nerazzurri e bianconeri in vetrina davanti al mondo: per Buffon&Co. è l’ultimo appello scudetto

TORINO - Tutta la verità, nient’altro che la verità. Davanti a un... nutrito gruppo di testimoni, peraltro, considerando che Inter-Juventus di questa sera sarà trasmessa in 198 Nazioni per un numero di potenziali spettatori che rasenta quota 550 milioni (toh: 549.996.000, per la precisione, soltanto restando al di fuori dei confini italiani). Tanta roba davvero, a maggior ragione considerando la location milanese dell’evento, da esposizione universale... E dunque ecco che il derby d’Italia assume, se possibile, connotati ancor più massicci, pesanti, spettacolari. Ché l’attenzione è a livelli altissimi e la posta in palio è di quelle che ti cambiano una stagione. Dicesi partita-verità, non a caso. Con l’Inter chiamata - dall’alto dei suoi 8 punti in più rispetto ai rivali, dopo un lustro trascorso a viver la grande sfida in qualità di inseguitrice - a dimostrare di avere tutti i tasselli al posto giusto e di essere attrezzata in tutto e per tutto «per poter restare in alto», Roberto Mancini dixit. E con la Juventus, di contro, in una insolita - restando ai tempi recenti - posizione di inseguitrice, chiamata a dare una sterzata netta al suo campionato fatto finora per lo più di sconfitte inattese e deludenti pareggi. Alla faccia delle aspettative nei confronti d’una squadra costruita per vincere il suo quinto scudetto di fila e ritrovatasi invece invischiata nella parte destra della classifica, se non addirittura - all’inizio - nella zona retrocessione...

RITARDO - Tanto che pare brutto e fa strano parlare di “ultimo appello”, “ultima chiamata”, “partita da dentro o fuori” quando il campionato è giunto appena all’ottava giornata ancora da giocare. Ma tant’è: con 10 punti di ritardo rispetto alla capolista Fiorentina e con altre 10 squadre che si frappongono tra te e la vetta, cominci a non poter più andare troppo per il sottile. Men che meno puoi pensare di avere chissà quante occasioni per rifarti. Ogni scontro diretto (diretto in termini di ambizioni, non di classifica...) diventa imprescindibile per conservare intatte le ambizioni di rimonta. Rimonta scudetto, volendo puntare in alto. O, più umilmente rimonta-podio, volendo rimanere aderenti ai minimi sindacali imposti dalle regole del marketing e del bilancio. Impensabile una Juventus fuori dalla zona Champions, e peraltro difficilmente digeribile una Juventus terza, obbligata dunque a disputare i preliminari della prossima Champions League (con annessi scombussolamenti nella programmazione dell’annata e, quel che forse è ancora peggio, con “limitazioni” economiche e di percentuale in ambito della spartizione dei proventi della prossima edizione e della massima competizione continentale).


Leggi l'articolo completo su Tuttosport

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...